La città di Bolzano non conosce tregua dopo le elezioni comunali

Spagnolli eletto quasi con il 60% ma senza una maggioranza! Una legge elettorale modificata nel 2014 che è palesemente fallimentare nei grandi comuni dell’Alto Adige.

Dopo un impervio percorso fatto di compromessi, rinunce e ipotetici aggiustamenti abbiamo assistito in diretta per la prima volta all’incrinatura del partito che tutti ritenevano compatto per storia e tradizione, l’SVP, e questo con un clamoroso voto contrario alla nascente Giunta. Poi c’è stato un recupero del voto ed un allargamento tecnico della maggioranza con l’unico scopo di affondare in un quadrante degradato della città la proposta innovativa denominata con il nome del suo investitore, “Benko”. Infine questa delibera è stata bocciata, con il Sindaco che nella sua dichiarazione di voto annunciava la sua votazione positiva mentre nel segreto dell’urna maggioranza ed opposizione si confondevano e si mescolano per motivi diversi.

E adesso? Mi ero ripromesso di attenermi al silenzio, peraltro non richiesto, di pausa ferragostana per non disturbare la futura assemblea Verde, che a fine mese dovrà dare la sentenza finale su questa Giunta e sulla sua maggioranza, esprimendosi sull’appoggio a Spagnolli e determinando, sulla carta, un numero sufficiente di consiglieri per governare nel prossimo futuro. Ma come?

La cosa in sé mi interessa relativamente, perché l’esperienza mi ha insegnato che anche con un solo voto di scarto è possibile governare con lungimiranza, e portare a compimento obiettivi fondamentali per la città; ma questo è possibile se c’è compattezza tra i consiglieri in funzione dei traguardi concordati, e se c è la volontà del finanziatore provinciale nell’appoggiare questo corso.

Tra il 1989 ed il 1995 abbiamo assistito alla realizzazione del PUC con la creazione del quartiere Firmian e all’antipasto dei cosiddetti fazzoletti di Via Druso a favore delle cooperative, alla concretizzazione del piano del traffico “Winkler”con l’Arginale, il parcheggio Mayr Nusser e le zone colorate, all’avvio della realizzazione, dopo cinquant’anni, del Teatro di piazza Verdi e dell’Auditorium Haydn, ed alla prima casa lungodegenti di Via Milano.

Perciò se si vuole si può! Ma siamo nelle stesse condizioni? Ad esempio sul Sociale la pensiamo tutti allo stesso modo? L’ASSB (80 milioni di budget con 1000 dipendenti) può essere gestita come è adesso, con servizi delegati dalla Provincia che non vengono interamente coperti finanziariamente?

Con l’Urbanistica abbiamo appurato che con la votazione negativa su “Benko” si è ripiombati in un tunnel oscuro di indeterminatezze, perché la massima del “costruire sul costruito” diventa di fatto quasi impossibile.

Sulla Cultura non sappiamo che fine farà la Fondazione Teatro dopo aver individuato la Fondazione Haydn come il punto focale regionale di produzione culturale con la musica sinfonica, la lirica e la danza, il Museo Civico rimane incompiuto, il Polo Bibliotecario sembra arrancare, le sfide sulla Capitale europea della cultura 2019, che potevano essere recuperate come è stato fatto per altre città finaliste, rimangono parcheggiate insieme al container giallo alla Fercam.

Sulla Mobilità attendiamo con ansia che A22 rimanga in mano pubblica per poter sperare nel completamento del terzo lotto, e cioè via Einstein e Cardano, liberando così parzialmente il ponte Roma con l’Arginale, oggi spesso al collasso.

E i trasporti pubblici con le gare che forse taglieranno fuori la Sad? E la nostra Sasa che ruolo giocherà?

E sull’energia, con la fusione Ae e SEL come si andrà avanti? E il Polo scolastico delle von Aufschneiter previsto in Via Vintola? Andremo a diminuire il carico fiscale dei cittadini? E come cercheremo di sburocratizzare la macchina comunale?

Appare evidente che le problematiche sono tantissime, e noi stiamo invece parlando di formule matematiche e cioè se riusciremo ad arrivare a 23 consiglieri, quando a mio avviso ha senso arrivare a 23 su 45 solo sulla base di idee chiare e decise.

Attendere che i Verdi dicano di si alla Giunta non è sufficiente, se non sappiamo dove andare, se non c’è una visione!

Sulle porte della Sede comunale di vicolo Gumer, del Museo Civico, dei Centri Civici e di altre sedi comunali ancora campeggiano pomposamente le “Idee 2015” del vecchio Piano di Sviluppo Strategico; siamo ad agosto, molte di quelle idee sono senz’altro da attualizzare, il quadro di riferimento della città è molto cambiato; siamo seri, almeno togliamole!

Sandro Repetto

Foto: copyright/Sandro Repetto

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