Urzì, la Convenzione per l’Autonomia servirà solo se rimetterà in discussione i 4 anni di residenza

Ma in buona sostanza, PD e Svp sono disponibili a rimettere in discussione il principio dei quattro anni di residenza obbligatoria per potere votare in Alto Adige?

E sulla revisione o interpretazione morbida dell’articolo 19 dello Statuto, quello che ancora oggi rende farraginoso il percorso di costituzione di una scuola autenticamente bilingue, PD e Svp al di là delle belle dichiarazioni di principio sono disponibili a fare passi di apertura concreta?

Ma ancora: Pd e Svp sono disponibili a ritenere di fatto superata la dichiarazione di appartenenza ai gruppi linguistici, come viene applicata oggi, considerato che essa fu concepita in un’epoca quando non era nemmeno prevedibile che un giorno avrebbe dovuto essere applicata mostruosamente anche a i figli più autentici del nostro territorio, ossia i ragazzi figli di genitori di due lingue diverse, o gli stranieri naturalizzati, chiamati per paradosso tutti a dichiararsi o italiani, o tedeschi o ladini quando non sono nulla di tutto questo?

Insomma la sfida per la Convenzione per l’autonomia, il cui disegno di legge istitutivo verrà posto in discussione da giovedì in Consiglio provinciale, sarà vincente solo se la maggioranza Svp/Pd avrà il coraggio di guardare al futuro e non vorrà interpretare il ruolo della Convenzione sono come uno strumento per porre ulteriori richieste ed avanzare rivendicazioni di maggiore autonomie, autoreferenziali, senza immaginare una riscrittura di quello che abbiamo già.

Questo è ciò che richiederò chiaramente nei prossimi giorni in Consiglio provinciale presentando la mia relazione di minoranza: “onestà intellettuale e buon senso impongono il dovere di sostenere ogni iniziativa volta a sviluppare una riflessione, libera da pregiudizi, sull’attuale struttura dello Statuto di Autonomia, l’attuazione dei suoi principi e la possibilità di revisione”.

Questa è la sfida cha la Convenzione sarà chiamata ad accogliere avvertendo il valore epocale del cambiamento possibile e non chiudendosi in una gestione del contingente.

Fra gli strumenti presentati a costituzione della Convenzione ce ne sono in ogni caso alcuni che stimolano alcune  perplessità come il Comitato dei 100 che parteciperà alla redazione delle proposte ma che sarà composto con una assoluta discrezionalità, con una sorta di selezione (una sorta di gioco a premi) che non rende onore ad un organismo di alto valore istituzionale. Come non è prevista alcuna garanzia di rappresentanza proporzionata alla consistenza dei gruppi linguistici. Questa è prevista per le minoranze politiche ma non per i gruppi linguistici. Tanto che per esempio la componete della minoranza politica prevista potrebbe in linea di principio essere composta solo da rappresentanti delle forze secessioniste di lingua tedesca.

Un pessimo segnale per chi come noi sogna una nuova Autonomia su basi di apertura e progresso.

Alessandro Urzì

Consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore

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