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In attesa dell’Onu, l’Egitto reagisce2 min read

18 Febbraio 2015 2 min read

In attesa dell’Onu, l’Egitto reagisce2 min read

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Dai bombardamenti aerei ora gli egiziani sono passati alle incursioni terrestri. Oggi forze speciali egiziane hanno svolto un attacco di terra a Derna nell’est della Libia, uccidendo 155 membri del Daesh (acronimo arabo di ISIS) e catturandone 55. Nel frattempo questo pomeriggio si è riunito il Consiglio di Sicurezza dell’Onu in seduta pubblica per discutere sulla crisi libica. Per ora però pare che non ci siano ancora tracce di una risoluzione per un intervento coeso degli Stati facenti parte dell’Onu. Vedremo l’apparato burocratico quanto durerà. Nel frattempo la crisi si diffonde e secondo una comunicazione via radio tunisina Express Fm del capo del governo libico Abdallah Al Thani dei membri dell’Isis e di Boco Haram starebbero raggiungendo i gruppi terroristici in Libia, avvicinandosi al confine con la Tunisia. A differenza di qualche notizia strampalata diffusa qualche giorno fa, secondo la quale gli egiziani avrebbero bombardato la Libia senza l’autorizzazione libica, Al Thani sempre via radio ha affermato il contrario, rilevando che gli interventi militari dell’Egitto su basi dell’Isis fossero stati eseguiti con l’espressa approvazione del governo libico e che il Consiglio di sicurezza dell’Onu avesse rifiutato di fornire armi alla Stato libico per la lotta contro il terrorismo. Certo, evidentemente tutte le notizie sono da considerare cum grano salis, poiché troppo spesso dopo essere rese note vengono smentite in seguito. In ogni caso la situazione è tesa, cosicché secondo varie fonti giornalistiche il governo di Tunisi per nulla tranquillo avrebbe già schierato lungo i propri confini di terra e di mare con la Libia delle unità dell’esercito. Ora tutti sperano in una soluzione diplomatica, poiché la Libia che vive da diversi anni una situazione drammatica necessita di un sostegno forte. Vedremo cosa riusciranno a portare a casa l’Egitto e la Francia, i veri esponenti del negoziato a New York e se si raggiungerà un’intesa per una risoluzione proficua. Nessun uomo di buona volontà vuole la guerra, sapendo che violenza produce violenza. Qui però ci troviamo di fronte a dei mostri e non possiamo rimanere inermi davanti a certe atrocità. Nel volto dell’altro che soffre, vediamo la nostra sofferenza. Ignorarlo, significa ignorare noi stessi. E così uniamoci contro il male!

In foto: il Presidente della Repubblica egiziana ʿAbd al-Fattāḥ Saʿīd Ḥusayn Khalīl al-Sīsī

Giornalista pubblicista, scrittore.