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Da Doris a Claudia, la caduta delle icone

8 Dicembre 2014

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Da Doris a Claudia, la caduta delle icone

Reportage: il mondo della moda/spettacolo come non ve lo hanno mai raccontato, chi lo costruisce, come evolve, chi ci lavora e perché, con quali prospettive ed aspettative. Involuzione od evoluzione?

Doris Duranti, ieri

Girovagando su svariati social capita d ‘imbattersi in profili di ragazze che vivano fin da giovanissime il mondo dei concorsi di bellezza, delle sfilate e delle foto, un mondo luccicante ed inebriante, affascinante perché la notorietà (inutile ipocritamente negarlo) piace a tutti. Fanno quasi commuovere le foto scovate in internet delle prime “miss Italia”, ragazzine spesso lì per la “pagnotta”, ingenue, istruite a scuola di vita e intente a sfondare per una vita più agiata. Erano gli anni delle “icone”, nate in realtà all’inizio del secolo grazie alla fotografia che invase la società di massa. Icona fu Baudelaire, sempre ritratto in abito nero, lo fu D’Annunzio, che inventò di fatto il testimonial (lo fu di un profumo) e lo furono Mata Hari, Lawrence d’Arabia e molti altri. Foto e cinema crearono il mito, l’imitazione “per moda” fu la logica conseguenza. Stivali alla dannunziana, ma anche abiti d’alta classe del nostro ministro degli esteri del tempo, tal Galeazzo Ciano. Uomo attratto più dalla mondanità e dagli abiti di lusso che dalle battaglie aeree della guerra d’Etiopia, teatro bellico voluto dal suocero Mussolini che il conte Ciano frequentò con scarsa voglia, meglio sicuramente i salotti della Roma “bene”, meno polvere e più chic del deserto etiope. Negli anni ’30 in Italia spopolò la Duranti, icona di bellezza per eccellenza, fu la prima vera diva del nostro cinema, ma essendo troppo legata al regime fascista ad oggi paga una notevole damnatio memoriae.

Claudia Picin, oggi

Ma oggi? A che punto siamo? Possiamo ancora parlare d’icone? Chiedendo alla ventenne Claudia Picin, che questo mondo lo conosce da cinque anni (ovvero da quando ne ha quindici) si comprende come moltissimo sia cambiato. Claudia è una ragazza iscritta all’università di Verona (scienze della Comunicazione), diplomata quindi, completamente cosciente dell’importanza dello studio applicato alla società, conscia sia completamente inutile puntare sulla mera apparenza. La sua è una famiglia che con l’arte ci va a braccetto, la mamma Loredana infatti canta (lirica) e la sorella Mirella lavora già come stilista (Claudia ha sfilato con i vestiti creati dalla sorella), il tutto tra poesia, arte e letteratura, in questo caso il contesto può aver creato un certo humus artistico (la fonte d’ispirazione quando arriva dalla famiglia è sempre molto forte). Oggi, parlando con questa ragazza, si capisce come il concorso, la sfilata, l’agenzia di moda sia vista come una delle tante opportunità veicolari per intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo nel suo senso più lato. Claudia in modo determinato e convinto ha l’intenzione di laurearsi e poi creare un ‘ agenzia che si occupi poi d’organizzare eventi. Questo concetto è nuovo, fino a non molto tempo fa le ragazze volevano fare “le modelle”, i seconda battuta le attrici, etc… In questo momento invece tendono a carpire il sistema per poi farne parte consapevolmente, credo si possa parlare di rivoluzione copernicana. Claudia ha anche un diverso concetto di moda, per lei la moda è individuale, personalizzata e non standard come un tempo. In un certo senso questo concetto smonta l’icona d’inizio secolo e rende la moda un qualcosa di personale e fruibile. Qui non siamo davanti alla “contadinella” giovane che vuole una vita più agiata, siamo difronte ad una persona che vuole contribuire ad evolvere il mondo dello spettacolo/moda in un futuro non tanto prossimo. Per fare questo, parallelamente Claudia mette esperienza (sfilando, partecipando e vincendo concorsi) e studio (gli esami universitari sono una priorità in ogni caso). Il futuro ci dirà se questo mix d esperienza (nonostante la giovine età) produrrà risultati, intanto l’augurio più sincero è quello di riuscire. Colpisce anche il ruolo della madre, non la classica “agente/sindacalista” della figlia – fenomeno, ma una persona con testa che lascia l’autonomia della decisione (guidandone gli aspetti più oscuri e complessi, consigliando senza patemi) alla diretta interessata, che infatti dimostra d’avere le idee chiare. Prossimamente Claudia racconterà la sua esperienza dietro le quinte, le sue emozioni, aspirazioni, sogni, gioie e delusioni, e farà comprendere come questo mondo in continua evoluzione, nell’attesa le auguriamo un grande in bocca al lupo.

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Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale