Esperti da mezza Europa in convegno per combattere il colpo di fuoco batterico

Oltre 50 esperti di colpo di fuoco batterico provenienti da Italia, Germania, Austria, Svizzera e Lichtenstein si trovano in questi giorni a Nalles per scambiarsi esperienze e conoscenze in merito a questa pericolosa malattia delle piante. L’importante convegno, che coinvolge esperti di cinque Paesi europei, è stato organizzato dal Centro di consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige. «Se pensiamo che bastano poche ore per mandare in fumo anni e anni di lavoro, è facile capire quanto questa malattia possa essere catastrofica. E chi ne è stato vittima ne sa qualcosa. Ecco perché da anni lavoriamo senza sosta per proteggere quanto più possibile i nostri soci dal colpo di fuoco», ha detto il presidente Manuel Santer aprendo i lavori presso il Centro di formazione “Lichtenburg” di Nalles. «Il colpo di fuoco non potrà mai essere debellato, tuttavia è possibile cercare di limitare i danni», ha aggiunto l’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler. Di fronte a problematiche così delicate quindi, è più che mai importante lo scambio di esperienze e la collaborazione.

Il colpo di fuoco è una malattia batterica molto contagiosa ed estremamente pericolosa, che colpisce la frutta a nocciolo e diverse varietà di arbusti ornamentali e selvatici. In presenza di condizioni ottimali, il colpo di fuoco è in grado di distruggere intere piantagioni e mandare in fumo anni e anni di lavoro. Non c’è da stupirsi quindi che per i frutticoltori rappresenti un vero e proprio spauracchio. «Una volta eravamo contenti quando arrivava il tempo della fioritura. Poi invece, da quando il colpo di fuoco ha fatto la sua comparsa in Alto Adige, viviamo sempre con la paura che i fiori possano essere stati infettati», ha ammesso con amarezza Robert Wiedmer, coordinatore del Centro di consulenza. In effetti, malgrado decenni di ricerca costante, a tutt’oggi non esiste un metodo efficace per combattere questa grave malattia. L’unica cosa che si può fare è cercare di limitare i danni, ovvero estirpare le piante infette ed evitare di creare condizioni favorevoli ai batteri.
Il Centro di consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige ritiene che, di fronte ad un problema così delicato, sia oltremodo importante scambiarsi esperienze a livello internazionale: “I contatti con le altre realtà – dice Robert Wiedmer – ci aiutano ad operare in maniera più efficace e ci permettono di rimanere aggiornati sulle conoscenze scientifiche».
A Nalles si discute in particolare dei modelli previsionali per il colpo di fuoco batterico, ovvero quei calcoli matematici che dovrebbero stabilire se sussistono le condizioni per la comparsa della malattia. Le esperienze hanno tuttavia dimostrato che questi modelli non corrispondono al 100% con la realtà dei fatti: è infatti successo che, malgrado le previsioni lo avessero escluso, alcune coltivazioni siano state colpite dall’infezione batterica.
Il 2014 è stato un anno tutto sommato positivo per quanto riguarda il colpo di fuoco: le pessime condizioni atmosferiche nel periodo della fioritura, infatti, hanno fatto sì che i meleti dell’Alto Adige e i frutteti del Brandenburghese, del Baden-Württemberg, di Ravensburg e dei terreni attorno al lago di Costanza fossero risparmiati pressoché per intero dalla malattia.

Foto d’apertura: Manuel Santer, presidente del Centro di consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige: «Bastano poche ore per mandare in fumo anni e anni di lavoro»

Uniti contro il colpo di fuoco. Oltre 50 esperti di colpo di fuoco batterico sono in convegno a Nalles fino a giovedì 20 novembre.

 

 

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