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Riorganizzare il sistema culturale è la sfida oggi4 min read

6 Ottobre 2014 3 min read

Riorganizzare il sistema culturale è la sfida oggi4 min read

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Abbiamo contattato Tiziano Mellarini, Assessore alla Cultura, Cooperazione, Sport e Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento per parlare della crisi economica, l’editoria locale, l’Associazione Mozart Italia e del futuro dei nostri giovani laureati nel Trentino. Tiziano Mellarini, nato ad Ala di Trento il 10 novembre 1954, è un profondo conoscitore del territorio e fin da giovane attivo nell’ambiente politico e dell’associazionismo sportivo-sociale. Sposato e padre di un figlio e una figlia, dopo un’esperienza come assessore, nel 1995 è stato eletto sindaco del Comune di Ala, riconfermato nel 2000. Carica che ha ricoperto fino al settembre del 2003. Il 27 ottobre 2003 è entrato in Consiglio provinciale.

Membro del Consorzio dei Comuni, ha ricoperto la carica di presidente del Comitato del Distretto Sanitario della Vallagarina. E’ stato presidente dell’Unione Sportiva Alense e consigliere regionale della Federazione Giuoco Calcio. Ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell’Azienda di Promozione turistica di Rovereto e della Vallagarina maturando la passione per il turismo.

Passione che ha avuto modo di mettere in campo dal 2003 al 2008 come Assessore provinciale al turismo, agricoltura e commercio e dal 2008 al 2013 come Assessore provinciale all’agricoltura, foreste, turismo, promozione, caccia e pesca.

E’ stato consigliere di amministrazione ENIT – Ente Nazionale del Turismo, presidente di Trentino Marketing e presidente del Comitato organizzatore dei Campionati mondiali di sci nordico 2013 in Val di Fiemme.

Dal novembre 2013 gli sono state affidate dal presidente Ugo Rossi le deleghe a Cultura, Cooperazione, Sport e Protezione Civile.

Gentile Assessore, Lei ha molte competenze, dalla tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare alle attività sportive e ricreative. Per via della crisi economica anche il mondo della cultura subisce dei tagli. Secondo Lei cosa si può fare per salvaguardare comunque l’offerta culturale della nostra regione e in particolare in Trentino?

Negli ultimi tempi sentiamo spesso parlare di spending review, un termine che genera preoccupazione per quelle che possono essere le sue ricadute. In realtà io ritengo che vada colto il significato positivo di questa parola, che io tradurrei con “responsabilizzazione”. Ciascun comparto è chiamato infatti a guardare al proprio interno in un’ottica nuova che non significa solo contenimento delle spese, bensì miglior e più efficiente allocazione delle risorse, dunque diventa anche un’importante occasione per riorganizzare il sistema culturale e renderlo più moderno ed incisivo, capace di dare risposte alle nuove esigenze e di creare indotto ed occupazione.

Parliamo di editoria. Molti piccoli editori sono in difficoltà. Un tempo gli enti pubblici acquistavano libri per sostenere l’editoria locale. I tempi sembrano essere cambiati radicalmente. È la fine dei piccoli editori in Trentino – Alto Adige?

La crisi economica, purtroppo, ha imposto a tutti un ripensamento della propria attività in termini di maggiore efficienza ed efficacia. In questo senso deve essere vista quale occasione di riassettarsi e ripartire con nuovi presupposti, anche in vista di una ripresa che speriamo avvenga al più presto. La tematica è calzante anche per il mondo dei piccoli editori, che sono stati colpiti dalla congiuntura e devono trovare modi alternativi per stare sul mercato, attraverso nuovi strumenti, collaborazioni e ricerca della qualità. Per quanto riguarda l’ente pubblico è ancora vicino a queste realtà.

Mi parli del Suo rapporto con l’Associazione Mozart Italia. In Trentino le offerte in ambito della musica classica sono diverse e quanto promosso dall’AMI è certamente di grande prestigio.

Devo dire che conosco l’attività di questa associazione che è a tutti gli effetti un importante player culturale del Trentino e – attraverso la passione dei suoi promotori – contribuisce a rafforzare la vocazione della città di Rovereto ad essere centro di produzione e condivisione culturale. Il legame con la terra del grande musicista salisburghese e la sua musica, poi, ricrea quell’atmosfera mitteleuropea di grande produzione intellettuale che ha contraddistinto alcuni periodi della storia della città della Quercia svelando le grandi potenzialità di Rovereto ad essere polo di attrazione culturale.

Secondo Lei che reali possibilità hanno i tanti giovani laureati in Filosofia, Lettere, Lingue, Conservazione dei Beni Culturali nella nostra regione. Dovremo dire addio ai nostri giovani?

È chiaro che il mondo del lavoro attuale è sempre più complesso e la congiuntura non aiuta certo i nostri giovani. Per quanto riguarda le università umanistiche, sappiamo che attualmente non sono quelle che garantiscono maggiori possibilità di trovare un lavoro. Devo dire che fin dal primo giorno del mio nuovo incarico sto lavorando affinché il mondo della cultura trentina trovi un suo orientamento quale settore di sviluppo economico, generatore di indotto e occupazione. Naturalmente questo percorso va fatto senza snaturarne i fini e le caratteristiche, ed in stretta sinergia con altri settori, primo fra tutti il turismo. Se la nostra cultura saprà essere competitiva e “viva”, ecco allora che quei giovani avranno un’opportunità in più per restare in Trentino e dare seguito nella vita quanto appreso nelle nostre facoltà.

Giornalista pubblicista, scrittore.