Il cuore dell’assissino. Il film che ha commosso il Papa proiettato a Bolzano3 min read
Reading Time: 2 minutesUNA STORIA VERA CON I PROTAGONISTI IN SALA – GIOVEDÌ A BOLZANO
IL CUORE DELL’ASSASSINO
Il film che ha commosso Papa Francesco. Una pellicola premiata in tutto il mondo
Una incredibile storia di riconciliazione e perdono. L’uccisione con 54 coltellate di una suora nel Kerala indiano, l’arresto del giovane e la condanna all’ergasotolo. Poi il processo di riconciliazione ad opera di un padre indiano-cristiano, un discepolo di Gandhi e la richiesta di grazia da parte della famiglia della vittima fino all’adozione dell’assassino accolto in famiglia come un figlio dalla madre e dalla sorella
Il film verrà proiettato nell’aula magna della Lub
Giovedì 16 ottobre alle ore 20,30
alla presenza del vecovo Ivo Muser e del rettore Walter Lorenz.
Gli ospiti in sala racconteranno la loro storia: SELMY PAUL, la sorella della suora francescana ammazzata nel 1995 e SWAMI SADANAND, il padre indiano-cristiano, uno dei grandi saggi dell’India di oggi, erede di Gandhi nel cammino della nonviolenza come pratica attiva di liberazione e di pace.
Insieme ai testimoni ci sarà anche la regista CATHERINE MC GILVRAY.
Quando Papa Francesco vide, in anteprima il film si commosse al punto da scrivere al padre indiano Swami Sadanand per convocarlo a Roma e ringraziarlo per la sua tenace opera di pace e di soluzione nonviolenta dei conflitti.
Sempre giovedì 16 ottobre alle ore 15 ci sarà un incontro aperto alla stampa con il sindaco Luigi Spagnolli nella sala di Giunta del municipio di Bolzano.
L’evento è organizzato dal Centro per la pace e rientra nelle iniziative del Religion Today Filmfestival di Trento (venerdì la proiezione verrà replicata al teatro Sam Marco di Trento alle ore 20,30).
L’appuntamento è anche il primo di una serie di incontri promossi dall’Ufficio Decentramento del Comune di Bolzano dal titolo “Le giornate della cooperazione”.
Il film ruota intorno alla figura dell’assassino, Samunder Singh, che nel 1995, all’età di 22 anni, ammazzò brutalmente su un autobus nel Kerala suor Rani Maria, clarissa francescana, con 54 coltellate abbandonandola poi sul ciglio di una strada subito dopo aver fatto un voto al dio Shiva. La mano dell’assassino era mossa da un gruppo di proprietari terrietri usurai che non tolleravano l’intraprendenza della suora che era riuscita a farsi dare dei prestiti dalla banca per garantire una economia di base per le esigenze del villaggio e per gli abitanti finalmente liberi dalle minacce degli usurai. .
Una morte lenta, lentissima nella solitudine più completa: «Tu, Gesù, almeno avevi tua madre e i tuoi amici più cari ai piedi della Croce – sono i primi pensieri di suor Selmy Paul, la sorella di Rani, appena avuta notizia dell’omicidio – Mia sorella invece è morta senza nessuno attorno».
Arrestato e condannato all’ergastolo, Samundar viene perdonato grazie ad un lungo e profondo lavoro di riconciliazione operato dal padre indiano-cristinao Swami Sadanand che prima perdona il cuore di Samundar e poi lavora sui sentimenti di vendeta della famiglia fino ad arrivare ad una soluzione di perdono totale e di armonia. La madre della suora uccisa e la sorella non non solo chiedono (e ottengono) la grazia per Samundar ma arrivano addirittura ad accoglierlo come un figlio e come un fratello.