Macroregione alpina: la montagna ha il suo topolino?

Mentre ancora si attende di comprendere la reale penetrazione dell’Euregio a livello popolare oltre che istituzionale la Provincia passa direttamente al livello successivo e fissa la bandierina della Macroregione alpina. Un colosso di 48 Regioni, 7 Stati, 450mila metri quadri e 70 milioni di abitanti: una sorta di mastodonte istituzionale da far passare nella cruna dell’ago di Bruxelles, all’indirizzo di un’Unione Europea che ha un’incisività assai più leggera di alcuni uffici di Palazzo Widmann. Ieri sera a Milano, comunque, i rappresentanti dei territori hanno messo a punto un cronoprogramma che il presidente Arno Kompatscher ha puntualmente esposto nell’odierna seduta di giunta. “Vogliamo assicurarci un maggiore sostegno europeo sulle tematiche alpine, donare un ruolo centrale alla montagna più che alle aree ad alta concentrazione urbana”. Un orientamento che su molti fronti, con le dovute proporzioni, Bolzano capoluogo aveva già intuito. La maxi istituzione servirà più a Fiè che a Don Bosco: questo appare già chiaro.

Le prime misure che la Macroregione dovrebbe affrontare secondo il programma, comunque, non sono esattamente delle veline appoggiate sul territorio. “Ci interessa soprattutto la connessione intermodale e la connettività digitale”. In soldoni infrastrutture per la mobilità e cablaggi: paradossalmente roba da centro urbano. L’ambiente arriva nella continuazione della lista: “Intendiamo promuovere lo sviluppo di risorse sostenibili, del turismo, del rispetto dell’ecosistema e della prevenzione dai pericoli naturali”. Tutti i rappresentanti, inoltre, si sono affrettati nel sottolineare che nessuna nuova struttura politica verrà creata per sostenere la Macroregione, ad eccezione della figura di un incaricato speciale per il coordinamento. Niente nuovi costi, insomma, e ci mancherebbe. La presidenza sarà a rotazione annuale tra i sette Stati aderenti (Italia, Francia, Svizzera, Austria, Slovenia, Lichtenstein, Germania) mentre a inizio dicembre si terrà una conferenza globale tra i rappresentanti delle 48 Regioni. Entro giugno 2015, infine, la Commissione Ue dovrà elaborare una strategia macroregionale per l’arco alpino: il che, per ora, significa tutto e niente. Più niente che tutto per la verità. Il meccanismo elefantiaco, insomma, è in moto: se partorirà un topolino non ci sarà da stupirsi. In fondo si parla di montagna.

Alan Conti

 

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