Vitalizi. La riforma regionale è monca e mantiene alcuni privilegi inaccettabili

Dichiarazioni di Paolo Burli (Cgil del Trentino), Lorenzo Pomini (Cisl Trentino), Walter Alotti (Uil Trentino), Tony Tschenett (Asgb), Alfred Ebner (Cgil/Agb), Tila Mair (Sgb/Cisl) e  Toni Serafini (Uil/Sgk)

«La riforma dei vitalizi approvata la notte scorsa dal Consiglio regionale è monca perché perpetua alcuni privilegi per la classe politica, rispetto ai trattamenti pensionistici delle lavoratrici e dei lavoratori. Se è vero infatti che per gli attuali ed i futuri consiglieri il vitalizio scompare, sostituito dal semplice pagamento dei contributi alla previdenza integrativa, realizzando così un sistema finalmente trasparente, per i vecchi consiglieri, anche per quelli che non ne hanno maturato il diritto, il vitalizio resta.

Rispetto alle promesse fatte ai cittadini e alle organizzazioni sindacali dai presidenti Moltrer, Kompatscher e Rossi, per esempio, i consiglieri eletti prima del 2008 che hanno alle spalle solo tre legislature, potranno ricevere il vitalizio a 60 anni invece che a 66, con una penalizzazione irrisoria.  Oggi una lavoratrice metalmeccanica o un infermiere possono andare in pensione a 66 anni e 3 mesi, con la facoltà di anticipare l’età del pensionamento solo a fronte di 41 e 3 mesi e 42 e 3 mesi di lavoro e di contributi effettivamente versati e con penalizzazioni proporzionalmente più pesanti di quelle fissate dalla nuova normativa regionale per i politici.

Inoltre, sono stati significativamente ridotti i tagli previsti dai disegni di legge ai vitalizi in essere e le riduzioni alle abnormi liquidazioni anticipate approvate con i regolamenti attuativi della legge del 2012.

Come organizzazioni sindacali, abbiamo sempre chiesto il superamento del privilegio dei vitalizi, anche quando la situazione sociale ed economica era florida. Ora con la crisi e i sacrifici richiesti a tutti i cittadini per dare sostenibilità ai bilanci pubblici, ci saremmo aspettati maggiore senso di responsabilità da parte di chi guida le nostre Provincia autonome.

Continueremo la nostra battaglia per superare questi ingiusti privilegi e, consapevoli che le grandi lotte si vincono passo dopo passo, non cederemo mai alla demagogia come, purtroppo, hanno fatto invece alcuni rappresentanti delle istituzioni locali che, dopo aver promesso mari e monti, hanno ceduto al ricatto di qualche consigliere che voleva perpetrare un ingiusto privilegio.

La politica regionale ha perso un’occasione importante per dimostrare piena vicinanza e concreta solidarietà nei confronti di chi – e sono sempre di più anche nelle nostre province – soffre le conseguenze della crisi economica.

Confidiamo ancora in uno scatto d’orgoglio affinché la politica recuperi credibilità agli occhi dei cittadini con gesti concreti. Abbiamo quindi chiesto un incontro urgente con il presidente del Consiglio regionale, Diego Moltrer, per trasmettergli tutto il nostro disappunto e per sollecitarlo ad intervenire con modifiche sostanziali alla legge appena approvata».

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