Inaugurato il percorso espositivo nel Monumento alla Vittoria

Presente il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini

Il Monumento alla Vittoria di Bolzano da oggi lunedì 21 luglio  “scende dal suo piedistallo” diventando liberamente percorribile e visitabile e si contestualizza storicamente attraverso un’esposizione permanente ospitata nella sua cripta e negli ampi vani sotterranei ad essa adiacenti con l’obiettivo di ricordare, comprendere e unire.

Stamane alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini e della massime autorità cittadine e provinciali, l’inaugurazione del percorso museale allestito negli spazi sottostanti il Monumento.

La cerimonia d’inaugurazione ha segnato, di fatto, la conclusione dell’attività svolta dal gruppo di lavoro incaricato di concepire il percorso espositivo ed è il risultato dell’impegno congiunto profuso da Stato, Provincia e Comune di Bolzano, finalizzato all’approfondimento oggettivo delle vicende storiche dal 1918 al 1945.

“Un mostra che nasce dopo un percorso condiviso” ha esordito il Ministro Franceschini. “Un luogo di elaborazione per raccontare la storia dal 1918 al 1945, per testimoniare il rifiuto di due totalitarismi, il nazismo e il fascismo che sono stati gravidi di drammatiche conseguenze per l’umanità. “Nessuno ha il diritto di obbedire”, nessuno ha il diritto di far tacere la propria coscienza e di sospendere la propria capacità di giudizio difronte ad un ordine ricevuto. Il senso del dovere non può mai e poi mai divenire giustificazione di atrocità commesse. La storia dunque non si può e non si deve cancellare, ma qui a Bolzano la memoria delle lacerazioni del passato non serve per riaprire antiche ferite, piuttosto per essere consapevoli di quanta strada è stata fatta in questi anni e di come questo territorio rappresenti attualmente un esempio riuscito, un modello positivo di convivenza pacifica tra comunità diverse per lingua e cultura e anche un esempio di tutela delle minoranze. Credo che l’intera popolazione della provincia di Bolzano possa riconoscersi in questa consapevolezza. In un tempo in cui il mondo della globalizzazione diventa sempre più interconnesso ed interdipendente e si rafforzano gli spazi di cooperazione a cominciare dal processo di unificazione europea, oggi la specificità di questa provincia rappresenta una straordinaria ricchezza carica di opportunità, non un problema. Un’opportunità di essere un luogo di frontiera e ponte tra due culture. Una vocazione da coltivare e tutelare ed un elemento di crescita economica. Le nuove generazioni dovranno essere protagoniste aprendo una nuova fase e scrivendo una nuova pagina dell’Autonomia che guarda con fiducia al domani, senza paura dell’incontro, del dialogo e del mescolamento fra culture e tradizioni diverse. Sentire oggi qui sotto parlare in tedesco ed in italiano certifica il senso dei passi in avanti che sono stati fatti e del cammino comune condiviso”.

Ad aprire gli interventi ufficiali il Sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli seguito dal Presidente della Provincia Arno Komatscher.
“Bolzano e l’Alto Adige sono un laboratorio avanzato di coesistenza, coabitazione e convivenza di persone con provenienza, lingua e culture diverse. Siamo stati – ha detto il primo cittadino -in qualche modo anticipatori come città e come territorio di quello che sta succedendo un pò in tutta Europa, con le contraddizioni che tutto questo comporta, ma anche con grandi risultati rispetto ad altre realtà analoghe. Noi siamo riusciti a creare giorno per giorno una convivenza vissuta, sfociata in una comunità all’avanguardia anche rispetto agli altri territori europei. Le persone che hanno vissuto e vivono a Bolzano hanno saputo superare culturalmente e mentalmente queste situazioni di contrapposizione. Noi oggi ci troviamo in un luogo simbolo della differenziazione e  di potenziale scontro perchè i simboli, quando sono visti in modo diverso, possono far deflagrare i rapporti tra le persone. Siamo riusciti a non farli deflagrare nel corso di decenni e oggi proviamo a tradurre questo luogo simbolico in chiave positiva ed in chiave propostiva come luogo di approfondimento culturale per il futuro. Oggi, in corrispondenza dei cento anni della più grande tragedia mai vissuta in Europa dall’esasperazione dei nazionalismi sfociata nella grande guerra, oggi noi qui inauguriamo un nuovo museo che racconta la nostra storia dal 1918 al 1945. La capacità di fare i conti con il proprio passato è fondamentale affinchè un territorio e la sua popolazione possano guardare con fiducia al futuro. Un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno reso possibile questo momento: dai Prefetti che si sono succeduti, ai presidenti della Provincia, ai colleghi che mi hanno preceduto, alla Giunta e al Consiglio Comunale e a quanti materialmente hanno contributo alla realizzazione di questa esposizione permanente”.

Il Presidente della Provincia Arno Kompatscher ha sottolineato che: “L’apertura di questo percorso espositivo significa molto: significa aprire alla popolazione nuovi spazi per approfondire il periodo storico su cui poggia la nostra convivenza e per costruire, attraverso la conoscenza, un futuro di pace. Per questo il percorso espositivo dovrà diventare luogo della conoscenza storica e della memoria davanti a quanto compiuto da nazismo e fascismo in Alto Adige.” Oggi – secondo il Presidente della Provincia – “servono il dialogo e la trasmissione di questa conoscenza storica, perchè – come recita un modo di dire tedesco – “Wenn man’s nicht weiß, kann man’s nicht sehen”, quello che non si sa, non si riesce a vedere.”

Il percorso espositivo “BZ ’18-’45. Un monumento, una città, due dittature” illustra la storia del Monumento alla Vittoria, eretto a Bolzano dal regime fascista tra il 1926 e il 1928 su progetto di Marcello Piacentini con la partecipazione, per le parti decorative, di importanti artisti italiani del Novecento. Benito Mussolini, “duce” del fascismo, avrebbe voluto dedicare il Monumento a Cesare Battisti ma, a seguito della decisa opposizione della vedova, fu invece intitolato “alla vittoria italiana”. Specularmente alla storia del Monumento e in sua correlazione vengono ripercorse le vicende storiche locali durante il ventennio fascista e l’occupazione nazista, nel contesto degli accadimenti nazionali e internazionali degli anni compresi tra le due guerre mondiali (1918-1945).

Vengono anche illustrati i radicali mutamenti urbanistici operati nella città di Bolzano, a partire dalla fine degli anni Venti, per la costruzione ex-novo di una città ‘italiana’, unitamente all’insediamento di importanti attività industriali, che favoriscono il massiccio trasferimento di popolazione da altre zone della penisola.

Il percorso espositivo affronta, infine, il difficile rapporto di convivenza di una così ingombrante eredità dell’epoca fascista con il territorio, nel mutato quadro politico e sociale della seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri.

La decisione di aprire al pubblico il Monumento, rimasto inaccessibile per decenni, e di creare nella cripta e nei vani ad essa adiacenti un percorso dedicato alla comprensione della storia recente, è stata presa congiuntamente nel 2012 dallo Stato italiano per il tramite del Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo, dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dal Comune di Bolzano.

Orario estivo (fino al 31.09)
da martedì a domenica: 11-13 / 14-17 • giovedì: 15-21
Orario invernale (01.10-31.03)
da martedì a sabato: 10,30-12,30 / 14,30-16,30
domenica: 10,30-12 / 15-17
Chiuso lunedì, 24 e 25.12, 31.12, 01.01, Pasqua
Gli orari possono subire variazioni. Ingresso disabili su Corso Libertà.
Per ulteriori informazioni vedi il sito: www.monumentoallavittoria.com

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