Mondiali, cala il sipario su un’Italia mediocre da tutti i punti di vista

E per fortuna lo spogliatoio era unito; e per fortuna Mario Balotelli, la super star della Nazionale, era pronto e certo del trionfo; e per fortuna si predicava il fair play.

A suon di morsi da cannibali, insulti tra compagni di squadra, offese e risse per contestare puntualmente ogni decisione arbitrale, cala il sipario (finalmente, possiamo dire) su un Mondiale che testimonia sfacciatamente la decadenza della nostra nazionale e del calcio inteso come sport.

Partiamo dai costi. In tempi di austerity e di crisi per milioni di famiglie italiane, i giocatori della Nazionale hanno soggiornato in un resort super attrezzato, dotato di ogni confort e nel lusso più sfrenato, andando a costare 350 euro a testa al giorno, senza contare i costi aggiuntivi, di cui è meglio non parlare. Lusso per il quale gli atleti hanno ringraziato offrendo i loro fisici scultorei e tatuati ai paparazzi, in cambio di ulteriori compensi.

E poi, il ricambio della squadra si è rivelato un fallimento. Gli unici a tenere alto il nome dell’Italia sono i veterani Buffon, De Rossi, Pirlo.. Cosa dire di Balotelli? Il gran poco super Mario è stato coccolato, viziato, psicanalizzato, aiutato, con il risultato che abbiamo sotto gli occhi: un giocatore discontinuo e incapace di assumersi la responsabilità dell’attacco, del tutto inesistente… Eppure, quando si tratta di alimentare pettegolezzi, collezionare veline, comprare Ferrari e dare brutte risposte ai tifosi, la prontezza di riflessi di Balo sembra ritornare istantaneamente.

Naturalmente le scuse e gli alibi sono sempre a portata di mano: la colpa è delle sviste degli arbitri, della sete di gossip dei giornalisti, dei postumi del campionato. Oppure, e questo è un classico, del clima: se avessero giocato in mezzo al deserto o tra gli iceberg avrebbero fatto faville..

Insomma, siamo davanti al fallimento del calcio sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista morale. Le grandi squadre sono totalmente assorbite dall’allevamento di giocatori da vendere e da scambiare, il calciomercato sta viaggiando sempre più su cifre addirittura impronunciabili, i nostri atleti non sanno trovare lucidità, velocità, resistenza.

D’altra parte, finché un giocatore guadagna in un giorno quello che un italiano medio guadagna in dieci vite, c’è poco da stupirsi.

Silvia Allegri

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