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TROPPO VECCHIO PER LAVORARE, TROPPO GIOVANE PER ANDARE IN PENSIONE

14 Aprile 2014

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TROPPO VECCHIO PER LAVORARE, TROPPO GIOVANE PER ANDARE IN PENSIONE

Al fine di presentare i risultati di una ricerca dell’Osservatorio per le politiche sociali della qualità della vita sull’esperienza di impiego temporaneo di persone disoccupate presso il Comune di Bolzano, dal titolo “Troppo vecchio per lavorare, troppo giovane per andare in pensione“, l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune capoluogo Mauro Randi ha promosso stamane in municipio una conferenza stampa.

In apertura Randi ha sottolineato l’importanza di questo progetto che ha coinvolto attivamente e direttamente persone che per svariati motivi si sono ritrovate senza lavoro. “Le Poltiche Sociali – ha ricordato – si fanno coinvolgendo le persone. Ognuno dentro di se può trovare quelle risorse per rientrare nelle dinamiche partecipative. Questa esperienza ha fornito una risposta a questo tipo di situazione”.

In dettaglio sono stati presentati i dati di un’analisi qualitativa dell’esperienza di impiego temporaneo di persone disoccupate presso il Comune di Bolzano. Con il tasso di disoccupazione che in Alto Adige e a Bolzano (2008 – 2012) ha raggiunto rispettivamente il 4.1 ed il 7,1% e i disoccupati over 50 con dimora a Bolzano a quota 698 (in 10 anni + 235%) sono state promosse anche dal Comune azioni con lo scopo di associare un sussidio ad un attività lavorativa (protezione del reddito) e creare anche occupazione.

“Lo strumento legislativo di riferimento – ha sottolineato Michela Trentini direttrice dell’Ufficio Pianificazione Sociale del Comune – ha riguardato l’ impiego temporaneo di persone disoccupate in Alto Adige (L.P. n.11 del 1986) con l’obiettivo di impiegare temporaneamente persone disoccupate da almeno 6 mesi in progetti di utilità per le pubbliche amministrazioni tra cui anche il Comune di Bolzano. Destinatari:  persone con scarsa qualificazione, con problemi di salute,  con situazioni personali e/o famigliari problematiche e persone disoccupate in età avanzata che potrebbero, grazie a tali progetti, maturare i contributi necessari per arrivare alla pensione.

L’ente/ufficio ha quindi elaborato un progetto di attività socialmente utile della durata di 3/12 mesi e fino a 24 mesi in caso di necessità. Le persone impiegate hanno ricevuto un corrispettivo di 6,50 € lordi all’ora.   Sono stati 6 i progetti di impiego temporaneo attivati in Comune dal 2011 al 2013 che hanno coinvolto 10 persone quasi tutti over 50: dal riordino e smaltimento di fascicoli dell’archivio del personale, al riordino e archiviazione stati di famiglia,  dall’ affiancamento della squadra necrofori, al servizio di custodia presso il cimitero nel periodo estivo e presso il Museo Civico per la mostra “Krampus”.

Delle 10 persone  occupate in tali progetti di impiego temporaneo, 6 le donne e 4 gli uomini. L’età media: 55,6 anni. L’impiego temporaneo è durato in media 12,2 mesi. L’indagine promossa ha evidenziato numerosi aspetti interessanti: ad esempio le motivazioni alla base della perdita del lavoro ovvero il contesto di crisi, l’ età, l’essere stati ritenuti “troppo onerosi” o  “troppo poco flessibili” e ancora i problemi di salute, mentre i maggiori problemi evidenziati in seguito alla perdita del lavoro hanno riguardato la perdita di una fonte di reddito, il sentirsi poco utili, le difficoltà nella ricerca di un nuovo posto, il non riuscire ad arrivare alla pensione e la perdita di rapporti sociali.

“In conclusione – è stato sottolineato in conferenza stampa –  vi è stata una valutazione positiva dell’esperienza in Comune sia delle persone impiegate che dei responsabili dei servizi interessati. Un’iniziativa più utile dal punto di vista contributivo che reddituale con  le persone che si sono potute sentire utili e il Comune che ha potuto attuare determinati progetti. Per quanto riguarda gli aspetti migliorabili, questi hanno riguardato la retribuzione, i contributi da legare al periodo, la tutela della malattia, maggiore autonomia per l’ente per finanziare tali progetti”.

In conferenza stampa, oltre ai funzionari dei servizi comunali coinvolti è intervenuto anche Michael Mayr responsabile dell’Ufficio Servizio Lavoro della Provincia di Bolzano e alcune persone coinvolte nel progetto oggetto della ricerca.