IMI: ARTIOLI, CATASTO A RISCHIO CAOS, SARÀ PRESO D’ASSALTO

LP  su IMI aumenta burocrazia; colpite le famiglie normali sulla prima casa. Degasperi:  Bolzano città autonoma dalla Provincia; usciamo dal Consorzio dei Comuni.

Il catasto di Bolzano è a rischio caos. Gli sportelli bolzanini verranno presi d’assalto quando oltre alla rendita catastale i CAF chiederanno di portare come previsto dalla legge provinciale il valore evidenziato sugli estratti catastali. Valore che non è espresso negli attuali documenti in mano ai proprietari e che costringerà un esercito di proprietari a ritirare l’estratto riferito alla propria abitazione.

Se calcoliamo che le abitazioni nella sola città di Bolzano, escluse le 7 mila di proprietà dell’Ipes sono circa 45.000 e se a queste ci aggiungiamo i negozi, i laboratori e le imprese, saranno circa 55.000 gli estratti catastali che saranno richiesti per il calcolo della nuova IMI. Un esercito che rischia di riversarsi in un arco di tempo brevissimo presso gli sportelli del catasto, dichiara la consigliera di Team Autonomie.

E’ infatti prevedibile che i vari CAF chiederanno il documento catastale previsto dall’art. 8 comma 3 che obbliga la ripartizione provinciale Libro fondiario, catasto fondiario e urbano a evidenziare in aggiunta alla rendita anche il valore catastale. Non mancheranno sorprese per i proprietari che vedranno il valore della propria abitazione essere valutato più sul piano teorico che pratico. Questo comporterà delle discrepanze sul valore reale della casa e quello risultante al catasto. Una bella gatta da pelare che farà scontenti la maggior parte dei cittadini.

Meglio sarebbe stato calcolare l’imponibile moltiplicando la rendita catastale già nota ai proprietari per il coefficiente previsto per ogni categoria di immobile.  In un periodo di semplificazione e di sburocratizzazione la Provincia sta  andando contro corrente come un salmone.

Gli emendamenti  presentati dal Elena Artioli prevedono  una variazione all’articolo 10 comma 2 in tal senso e  l’abolizione del comma 3, ritenuto dalla consigliere fonte di caos e di lunghe code al catasto quando ci sarà da fare il calcolo e il versamento della tassa.

Un altro aspetto che è stato sottolineato anche da altri colleghi del consiglio sono le difformità tra le detrazioni previste per la prima casa e la rappresentazione reale delle abitazioni, in particolare a Bolzano. La classificazione A/2 classe 1 rappresenta solo una piccola parte delle abitazioni. In questa categoria ricadono ad esempio quelle senza riscaldamento o quelle che non sono mai state oggetto di una ristrutturazione interna.

Le classi a Bolzano sono 4 e per fare un esempio la quasi totalità delle case del quartieri Gries e S. Quirino e Novacella rientrano automaticamente in classe 3, ovvero una classe la cui rendita è aumentata di circa il 20%. Non parliamo di Via Fago dove la classe può salire addirittura a 4, ultimo gradino prima di passare in classe di lusso,  ma di abitazioni in Corso Libertà, in via Firenze,  in Via Druso  o in via Roma. Abitazioni che rappresentano la normalità. Abitazioni il più delle volte acquistate con un mutuo ventennale e i sacrifici di un’intera famiglia.

Anche per i quartieri più popolari come Don Bosco è difficile riscontrare una classe 1. Rientravano in quella classe tutte le abitazioni delle semi-rurali, ormai ridotte a una unità trasformata in museo, o quasi.  Oggi i moderni condomini hanno il riscaldamento centralizzato o autonomo e sono classificabili come minimo in classe 2, denuncia la consigliera provinciale.

L’IMI è stata fatta senza ascoltare Bolzano e probabilmente senza aver chiesto una consulenza  al Catasto – aggiunge il consigliere comunale Claudio Degasperi. Ora si potrebbe uscire dal Consorzio dei comuni e proclamare Bolzano “città autonoma” dalla Provincia.

 

 

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