Ignoranza della storia? Molto più che “Papa buono”

Domenica ho seguito le cerimonie per la proclamazione della ascesa alla Santità di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, ed un’osservazione mi è venuta spontanea: la preferenza negli spazi e nei commenti di televisioni e radio, data a Karol  Wojtyla rispetto ad Angelo Roncalli.
D’accordo che Wojtyla è stato oltre ad uomo di Chiesa, un abile politico che con la sua influenza sulle folle ha contribuito in maniera decisiva alla caduta e alla conseguente sconfitta dei regimi comunisti prima in Polonia e poi negli altri Paesi dell’Est, ma si è poco sottolineato, e comunque (a mio giudizio) non a sufficienza il fatto che Angelo Roncalli e’ stato colui che ha mutato, in senso positivo, il corso della storia della Chiesa. Una svolta che a quel tempo veniva ritenuta impossibile anche per forti resistenze interne da parte della Curia.
Troppo poco il richiamo a “Papa buono”  sottolineato in ogni occasione quasi fosse stato il suo unico segno di distinzione. Sembrava anche che i vari commentatori si fossero dimenticati, o valutato come fatto di secondaria importanza, il particolare che Papa Roncalli si era prodigato per la salvezza di tanti ebrei, come avevano fatto molti italiani. Forse per ignoranza della vera storia o per non urtare certe sensibilità, i mezzi busti di Rai e Mediaset, nei lunghi racconti hanno trascurato un “piccolo” particolare: che la larga maggioranza dei cattolicissimi polacchi durante l’insurrezione di Varsavia avevano assistito senza muovere ciglio allo sterminio dei loro concittadini ebrei, ed anzi, come mi avevano dichiarato alcuni ex appartenenti all’armata di liberazione polacca i quali avevano partecipato personalmente a quell’insurrezione, in parecchi casi avevano denunciato degli ebrei ai nazisti o, come era accaduto in certe campagne vicine ai campi di sterminio, avevano ucciso degli ebrei che erano riusciti a fuggire dai nazisti. Un sentimento anti ebraico che cova ancora oggi sotto le ceneri.
Giovanni Perez

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