Cronaca

Giornata della Memoria, 27 gennaio 20141 min read

24 Gennaio 2014 < 1 min read

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Giornata della Memoria, 27 gennaio 20141 min read

Reading Time: < 1 minute Arbeit_Macht_Frei_Dachau_8235.jpg 44 internati si rifiutarono di lavorare per i nazisti. Giustiziati

Esiste una pagina di eroismo quasi sconosciuta non entrata nei libri di storia. Si tratta della vicenda di 214 militari italiani che dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943, catturati dai tedeschi, si rifiutarono di sottoscrivere la dichiarazione di adesione alla Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.). Furono privati di qualsiasi diritto e e costretti a lavorare nei campi di sterminio nazisti. Pur stremati dalle immani condizioni di vita nell’Oflag 83 di Wietzendorf e consapevoli delle conseguenze che il loro gesto avrebbe causato, il 16 febbraio 1945 si rifiutarono in blocco di lavorare per i nazisti. Il 23 febbraio del ’45 un ufficiale della Gestapo e un reparto delle SS prelevarono 21 ribelli destinati a fucilazione. Fu in quel momento che 44 ufficiali, uscirono dal gruppo dei 214 e si offrirono volontariamente al posto dei decimati. Dopo molte ore di consiglio il Comando della Gestapo condannò i 44 coraggiosi ufficiali alla “rieducazione al lavoro”. La mattina dopo, il 24 febbraio, furono trasferiti nel campo di sterminio di Unterlüss in Germania dove furono giustiziati. Alcuni di loro passarono per il campo di transito di via Resia a Bolzano, uno di questi, il 92enne Michele Mangano di Casacalenda in provincia di Campobasso, vive ancora e ci ha rilasciato una toccante testimonianza.