Categories: Cronaca

Condannato per aver palpeggiato la cameriera

Anche a Bolzano aumentano gli episodi di violenza. Una questione di pubblica sicurezza soltanto, o forse la società che sta rapidamente cambiando, divenendo assai più complessa, è bisognosa di nuovi interventi tutti da approfondire?

Dalle notizie di cronaca si apprendono fatti che dovrebbero farci riflettere.

Un giovane kosovaro quasi trentenne, Naim Kryeziu, nel corso del 2012 lavorava in un locale e durante un turno di lavoro avrebbe palpeggiato una cameriera, allora minorenne. Il giudice del tribunale di Bolzano, Carla Scheidle, lo ha condannato con sospensione della pena a 1 anno e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale. Lo stesso giovane, solo una settimana fa, era stato condannato ad una pena di 4 anni e 2 mesi per avere picchiato, insieme ad un complice, un cinquantenne in via Dalmazia.

Questi fatti sono tutt’altro che casi isolati.

Anche nella tranquilla Bolzano si manifestano sempre con maggiore frequenza casi di violenza e di sopruso. Quali le cause che determinano questi fenomeni?

Fattori che possiamo riscontrare nella distanza socio-culturale esistente tra le persone che vivono questo territorio, o forse nelle disperazione di chi ha poco o nulla da perdere? Crisi valoriale? Modalità educative di oggi più distanti rispetto a ciò che si attuava un tempo?

Forse, ma rimane che le persone si sentono meno “sicure” socialmente di un tempo. Fare quattro passi lungo le passeggiate di via Genova o rincasare all’imbrunire, genera della legittima preoccupazione.

È evidente che non si tratta di un questione di pubblica sicurezza soltanto, ma piuttosto che ci troviamo di fronte ad un mutamento sociologico radicale nel senso che la nostra società sta diventando sempre più complessa. La classe politica locale, così impegnata in queste settimane in programmi elettorali, forse potrebbe prestare maggiore attenzione a questa trasformazione epocale della nostra società e ai nuovi bisogni che emergono.

 

Marco Schoepf

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