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Reagire per esistere e non abbassare la testa

Recentemente abbiamo letto una provocazione, quasi un invito agli italiani in Alto Adige a votare candidati della SVP. Perché questo? Evidentemente mancano gli interlocutori politici che possano esprimere in maniera convincente l’identità del proprio elettorato.

L’evidente frammentazione all’interno dell’elettorato di lingua italiana è sotto la vista di tutti. Oramai c’è l’imbarazzo della scelta tra partiti, movimenti, gruppi e comitati, sia di destra che di sinistra. Sembra che come italiani, anziché unirsi, ci si voglia sempre più separare, facendo così un favore alla Stella Alpina, che sarà ben lieta di accogliere i voti delle pecorelle smarrite e confuse, senza trattarle alla pari. Un sintomo strano questo, quasi come se gli italiani indeboliti dalla crisi economica, preferiscano genuflettersi davanti al proprio avversario naturale, invece di competere politicamente. Occorre uno scatto d’orgoglio, un salto di qualità che riporti l’elettorato italiano a dialogare con quello tedesco con lo stesso prestigio. A Bolzano diverse voci autorevoli, anche da parte femminile, avevano auspicato la formazione di un’aggregazione unitaria, ma le sirene dei gruppi maggioritari sembrano essere più accattivanti. Un tempo personaggi di spicco, sia d’estrazione socialista, che democristiana in loco hanno saputo salvaguardare l’identità dell’altoatesino italiano, contribuendo anche alla formazione del processo autonomistico. Non si è trattato di rivalità con il gruppo linguistico tedesco, ma della affermazione della pari dignità. Valore che sembra essere scomparso. Colpevolizzare la SVP di questo disorientamento degli italiani è troppo semplice, perché non è certo compito dell’altro suggerire ciò che è il tuo dovere, ma di chi ha deciso di lasciarsi sedurre opportunisticamente dalla situazione più facile. Reagire e combattere per affermare il proprio diritto di esistere è molto più difficile che abbassare la testa. La storia propone innumerevoli esempi di rinuncia con le conseguenze che ne sono derivate. Non bastano proclami e inutili parole, ma fatti concreti. Fare politica da italiani in questa terra richiede superare egoismi ed ignavia, avere la coscienza di scegliere i propri rappresentanti in base alle loro capacità politiche e comprovate qualità culturali e morali, superando definitivamente le oramai logore logiche partitocratiche.

 

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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Claudio Calabrese

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