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Abbiamo un’autonomia ampia e funzionante, un modello da applicare a tutte le Regioni italiane

Abbiamo incontrato Paul Köllensperger, capolista alle prossime provinciali del movimento 5 stelle. Con lui abbiamo affrontato tematiche importanti come l’Autonomia, Bilancio Provinciale, disoccupazione e integrazione dei nuovi cittadini. 

Lei candiderà alle prossime Provinciali. Quale è il Suo giudizio sullo stato dell’Autonomia in Alto Adige?

“Abbiamo un’autonomia ampia e funzionante, un modello da applicare a tutte le Regioni italiane. Peccato che sia malata di eccessivo centralismo da parte della Provincia, che toglie spazio ai Comuni . Ritengo che vada applicato il principio di sussidiarietà sul territorio provinciale eliminando l’accentramento di potere e di risorse presso la Provincia. Oltre a questo, la nostra deve diventare un’autonomia in cui i cittadini giocano un ruolo fondamentale. Noi siamo per la democrazia diretta, per trasformare i cittadini in attori attivi e guardiani della democrazia, e non sudditi passivi come vorrebbe l’SVP. In questo senso vi invito a firmare per il referendum contro la legge provinciale approvata dal Consiglio provinciale all’inizio di giugno 2013 con la sola maggioranza della SVP che facendo finta di abolire il quorum in realtà rende più difficile indire futuri referendum perché alza di 4 volte il numero di firme necessarie. Il promotore del referendum, l’Iniziativa Per Più Democrazia, deve raccogliere 8.000 firme fino alla metà di settembre e noi del M5s lo sosteniamo in pieno.” 

Il Bilancio Provinciale dovrà necessariamente essere ridimensionato. Che opinione ha riguardo ai tagli cosiddetti lineari nei settori quali la sanità, scuola e cultura? Lei e il movimento che rappresenta che riorganizzazione proporreste?

“Quando si parla di tagli, i primi settori ad essere nominati sono sempre questi tre, che invece dovrebbero essere gli ultimi. Noi invece proponiamo di cominciare a tagliare i costi delle politica. Non si taglia invece su scuola, sanità e cultura, semmai si deve investire. Soprattutto  l’istruzione dovrebbe essere l’ultima cosa su cui risparmiare, è un investimento e non una spesa. Nella sanità certamente molto può essere razionalizzato, ma non tagliato come p.es. si vuole fare con la chirurgia pediatrica a Bolzano. Risparmi notevoli possono essere ottenuti tra i costi della Pubblica Amministrazione, eliminando gli sprechi e aumentando l’efficienza , riducendo le consulenze e chiudendo alcuni Enti troppo costosi per il servizio che danno. Sicuramente vanno rivisti al ribasso gli stipendi dirigenziali. La provincia inoltre la deve finire ad inventarsi imprenditore con investimenti costosi come l’ultima trovata, la medical school, oppure come il parco tecnologico, l’aeroporto, ecc. che puntualmente si rilevano delle tombe di denaro pubblico.  Se pensiamo che il bilancio provinciale al 76% serve a finanziare le spese correnti, è lì che dobbiamo iniziare a tagliare per liberare risorse per investimenti a favore di imprese, famiglie, formazione.” 

La disoccupazione sta aumentando anche nella nostra provincia. Quali concrete misure propone per lo sviluppo del lavoro?

“Va ridotto drasticamente il costo del lavoro. È assurdo che i guadagni sul capitale siano tassati al 20% ed il lavoro dipendente oltre il 100%. In particolare, va affrontato il problema della disoccupazione giovanile tramite sconti contributivi. Per l’Alto Adige il pericolo maggiore è dato dalla delocalizzazione delle ns. imprese oltre i vicini confini, dove oggi oggettivamente trovano condizioni di mercato migliori, una burocrazia meno asfissiante ed una pressione fiscale nettamente inferiore. Le nostre aziende vanno sostenute, in particolare le aziende orientate all’export. Dobbiamo incentivare le produzioni locali, semplificare la burocrazia, favorire la creazione di nuove imprese, investire in formazione, dare contributi tramite agevolazioni per chi investe in ricerca e sviluppo, invece di creare Enti Pubblici macchinosi ed inutili solo per erogare contributi.”

I nuovi cittadini sono parte integrante della nostra società. Per la loro integrazione, la scuola cosa dovrebbe fare?

“Dobbiamo applicare un modello inclusivo e non esclusivo. Loro devono imparare la nostra, anzi le nostre lingue. Per questo serve una scuola unica, plurilingue dove gli insegnanti formati sappiano gestire e insegnare alle nuove classi. Crediamo che il modello di scuola ladina, trilingue, sia il migliore, e deve essere esteso a tutti i cittadini dell’ Alto Adige, anche ai nuovi cittadini con background migratorio. Siamo contrari ad una scuola per immigrati, e a favore di una scuola che aiuti i più deboli, e che dia a tutti le stesse opportunità.”

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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Claudio Calabrese

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