Cronaca

Uscire dalla crisi con ottimismo

8 Maggio 2013

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Uscire dalla crisi con ottimismo


L’economia del bene comune: un modello economico sostenibile per il futuro 

di P.D.G                                                                                                            09-05-2013

Economia del bene comune

 

Noti imprenditori dell’Alto Adige lavorano, con numerose altre imprese di Austria, Germania, Svizzera, Spagna, Italia ed altri Paesi, ad un nuovo modello economico – l’Economia del bene comune” – e trasmettono così un messaggio chiaro all’opinione pubblica: esiste una concreta via d’uscita dal vicolo cieco in cui ci troviamo, a livello economico, sociale, civile e politico. 

 

 

 

 

In molte città in Italia, Germania e Austria, numerosi imprenditori promuovono oggi un movimento per un modello economico alternativo: “l‘economia del bene comune“. Un progetto che cerca risposte alle molte facce dell’attuale crisi: bolla finanziaria, disoccupazione, povertà, mutamento climatico, fenomeni migratori, globalizzazione, smantellamento della democrazia, perdita di significato e di valori sono solo alcune delle numerose sfide del nostro tempo.

Secondo il promotore del movimento dell’„Economia del bene comune“ e autore dell’omonimo libro, Christian Felber, le regole del gioco dell’intero sistema economico devono essere convertite dalla concorrenza e ricerca del profitto alla collaborazione e ricerca del bene comune.

Oggi il guadagno economico è l’unico criterio che decide il successo imprenditoriale . Occorre quindi una svolta. “Nell’economia del bene comune le imprese non cercano la concorrenza l’una contro l’altra per mirare al profitto economico, bensì collaborano con l’obiettivo del massimo bene comune possibile”, spiega Günther Reifer di Terra Institute, promotore dell’iniziativa in Alto Adige e membro del direttivo dell’Associazione per la promozione dell’economia del bene comune, che ha sede a Vienna.

Nelle imprese il bilancio economico deve giocare solo un ruolo secondario, mentre il ruolo principale appartiene al bilancio per il bene comune”.

Il bilancio per il bene comune, cuore dell’iniziativa, viene redatto parallelamente al bilancio

convenzionale. La sua struttura, elaborata da imprenditori di Austria, Germania e Alto Adige, misura in 17 criteri il contributo al bene comune apportato da ciascuna azienda. Alcuni esempi: la qualità del posto di lavoro, la equa ripartizione del reddito o la realizzazione di prodotti e servizi in base a standard ecologici. Il bilancio del bene comune, che é sottoposto a verifica esterna, applica un sistema a punti – da 0 a 1000 -, in conformità a precisi criteri. In questo modo vengono promossi nelle imprese stili e comportamenti attenti ai valori della dignità della persona, solidarietà, ecosostenibilità, equità sociale e partecipazione democratica.

Diversi imprenditori dell’Alto Adige, pionieri dell’economia del bene comune, hanno redatto e

interpretato il bilancio del bene comune. Per tutte le imprese che hanno preso parte al progetto un punto era chiaro: „L’intera economia e ogni imprenditore devono rinnovarsi radicalmente. Se andiamo avanti così, sbattiamo contro il muro”. La visione del gruppo consiste nel promuovere un cambiamento fondamentale. Sul piano economico devono essere ridefiniti lo scopo del fare economia e la valutazione del successo economico, in base a valori orientati al bene comune. Sul piano politico il movimento propone alcune modifiche a livello legislativo, che riconoscano e promuovano gli sforzi volti al miglioramento della qualità della vita per tutti gli esseri viventi e il pianeta, premiando le aziende con maggiore punteggio. Sul piano sociale è un’iniziativa per il rafforzamento della consapevolezza verso un cambiamento del sistema. Il movimento genera speranze e coraggio e vuole mettersi in rete e colloquiare con altre iniziative alternative, per essere un processo di crescita partecipativa a livello locale e influenzare a livello globale.

P.D.G.