Categories: Cronaca

Jungle


ALLARMISMO O PREOCCUPAZIONE

PER ECCESSI GIOVANILI?

di Jimmy Milanese

 

 

 

Preoccupazione infondata o vigilanza doverosa di un genitore ?

 

«Ubriachi allo Jungle, la rabbia dei genitori», titolava a nove colonne un  quotidiano altoatesino, sollecitato da una lettera anonima ricevuta da un supposto padre che sosteneva di avere dovuto recuperare il figlio ubriaco, trovato assieme ad altri sdraiato sul divano «in mezzo al loro vomito e a un’aria irrespirabile».

 

Un articolo documentato da una foto titolata con «Diversi giovani trovati ubriachi allo Jungle», raffigurante un anonimo ragazzo nell’atto del bere una birra. Nella lettera inviata al giornale, il padre, o presunto tale essendo la lettera non firmata, sfoga ancora la sua rabbia contro il Sindaco «che non ha certo a cuore la salute dei suoi cittadini più giovani. Se l’avesse, avrebbe seguito l’esempio del suo collega di Trento, che ha vietato l’uso di alcolici ai minorenni». Lo stesso, se la prende anche contro i gestori dello Jungle che hanno affittato una sala a un gruppo di giovani «per la maggior parte minorenni…pur sapendo perfettamente che sarebbero state consumate bevande alcoliche e superalcoliche».

 

Nello stesso articolo, la risposta della direttrice pedagogica del Centro, interpellata dal giornale sembra alquanto stupita, per una notizia appresa proprio durante una telefonata del giornalista che ha curato l’articolo, sulla quale la direttrice promette di indagare. Una situazione descritta come grave,che chiama in causa la responsabilità del Sindaco sia dei gestori dello Jungle, centro ricreativo – culturale già in passato vittima di scandali e situazioni anomale.

 

Per questo motivo, siamo andati allo Jungle per raccogliere testimonianze. Con stupore apprendiamo dalla direttrice pedagogica che le accuse della lettera verrebbero, appunto, da un noto padre «brontolone» ben conosciuto dal giornalista che di quella lettera ha fatto un articolo e un caso. Apprendiamo che, effettivamente, il fatto è realmente accaduto, ma non nelle dimensione descritte dalla lettera, poi riportata dal giornale. La direttrice ci spiega che, una volta interpellata dal giornalista su quella lettera anonima, avrebbe chiesto tempo per controllare la veridicità di quanto riportato, come bene si evince dall’articolo stesso. Da un controllo successivo, si è evidenziato che il personale addetto alla pulizia della sala non avrebbe trovato alcuna traccia di quello scenario apocalittico descritto nell’articolo a nove colonne. Inoltre, quel ragazzo prelevato dal padre risulta non solo noto al centro ma addirittura maggiorenne, al punto che lo stesso avrebbe postato sul suo profilo di Facebook una lettera di scuse per l’accaduto. La direttrice spiega, mostrandoci un contratto d’affitto tipo, che la sala viene affittata esclusivamente a un genitore adulto e sotto la sua responsabilità, che nello stesso contratto è esplicitamente vietato l’uso di superalcolici, che il genitore responsabile è chiamato a supervisionare il luogo affittato per la durata della festa e che il Sindaco non c’entra proprio nulla.

 

Lo stesso giornale, nei giorni seguenti, ritorna sull’argomento, questa volta dando la parola direttamente ai giovani frequentatori del centro, titolando «IL CASO – gli studenti si schierano. I giovani difendono Jungle – Il centro va potenziato».

 

Insomma, una lettera a dir poco allarmante spedita a un giornale ma gravata dal vizio dell’anonimato, un immediato articolo a nove colonne dove si dà notizia di “rabbia dei genitori” e si da spazio a gravi accuse verso i gestori dello Jungle, presunti colpevoli di disinteresse verso i loro associati; l’ampliamento delle responsabilità che lambisce la solita inerte società – in questo caso nella figura del Sindaco – ; infine, la replica dei ragazzi che, addirittura, si «schierano» a difesa dello Jungle, fino a proporre il potenziamento del centro.

 

Le domande che ci siamo posti sono semplici ed evidenti, ma al lettore distratto potrebbe sfuggirne una, le altre immaginiamo siano ben leggibili tra le righe. Insomma, questo padre, per la sua parte di responsabilità, a chi invierà una lettera, anonima?

 

Jimmy Milanese 

 

 

 

 

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