Cultura e società

GRANDE DANZA E GRANDE MUSICA A BOLZANO3 min read

21 Marzo 2013 3 min read

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GRANDE DANZA E GRANDE MUSICA A BOLZANO3 min read

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Musica dal vivo e Danza in prima nazionale a Bolzano

di Camilla Preziati                                                                                              21-03-2013

Henri

 

 

Applauditissimi l’Henri Oguike Dance Company e l’Orchestra regionale Haydn al Teatro Comunale di Bolzano

 

 

 

Come il suono del vinile si differenzia da quello della musica su compact disc, così anche uno spettacolo di danza acquista un fascino e una dimensione tutta sua quando al posto della musica registrata sono musicisti dal vivo ad accompagnarla.

 

Il coreografo gallese– nigeriano Henri Oguike non è nuovo all’esecuzione live delle partiture nei suoi spettacoli, tanto da riproporre ancora una volta due pezzi con musica dal vivo. White Space, accompagnato nella serata in prima nazionale a Bolzano dal poliedrico cembalista Claudio Astronio, direttore del gruppo Harmonices Mundi, e V4. The Seasons, con le Stagioni di Antonio Vivaldi quale colonna sonora, eseguite dall’Orchestra Haydn guidata dal primo violino Marco Mandolini.

 

White Space, grazie alla musica di Domenico Scarlatti, si configura come una coreografia dai gesti volutamente barocchi, di reminiscenza kyliàna, resi al contempo contemporanei dalla presenza di proiezioni video delle tele geometriche di Mondrian. E geometrici si fanno talvolta i corpi dei sei bravissimi danzatori che, come compassi guidati dal suono dei tasti del clavicembalo, si muovono a scatti per poi ritornare a movimenti più fluidi e leggeri simili a quelli di una piuma fluttuante. Una piuma bianca, come bianchi sono i costumi e lo spazio che li circonda e richiama il titolo stesso del brano. Non sappiamo se lo spazio bianco alluda all’attesa, oppure al gioco di incontri, scontri e separazioni, o ancora, in riferimento ai colori primari utilizzati da Mondrian, alla concentrazione massima della frequenze visibili e udibili e quindi della vita stessa.
Velocemente si passa poi al pezzo forte della serata, presentato in prima mondiale a Londra poco più di un mese fa e accompagnato in quell’occasione dall’Orchestra of the Age of Enlightment: V4:
The Seasons

 

Sembra qui di assistere ad una sorta di trasposizione cinematografica delle Quattro Stagioni, già di per sé un capolavoro musicale per la maestria con cui Vivaldi riuscì a rendere perfettamente le sensazioni uditive delle stagioni, dall’avvicinarsi della tempesta in estate al vento gelido che soffia in inverno, dal canto degli uccelli in primavera ai momenti di caccia dell’autunno.
Oguike, dopo aver studiato a fondo persino le annotazioni della partitura, traspone coi corpi questa visione andando a solleticare anche il senso della vista e talvolta addirittura quello del tatto se si pensa alla pelle d’oca, al fremito o al rossore del viso che l’eccitazione per aver visto 
qualcosa di bello ti possono provocare.
In primavera i corpi dei danzatori si risvegliano come boccioli, in estate diventano più volubili, in autunno sono possenti come agricoltori e in inverno frenetici perché sferzati dalla pioggia.

 

Il pubblico ha apprezzato le esibizioni e le esecuzioni musicali immergendosi in una situazione a metà tra un concerto di musica classica e una brillante coreografia contemporanea che, quasi come il suono ruvido del vinile, all’inizio dà quasi fastidio in confronto al suono limpido della musica registrata, ma poi piano piano penetra e arriva dritto al cuore.

 

 

Camilla Preziati