Politica

Nicoletti Michele

20 Febbraio 2013

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Nicoletti Michele


MICHELE NICOLETTI, A TRENTO CAPOLISTA PER IL PD ALLA CAMERA

di Paolo Gaiardelli

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LAVORO, FISCO, FUTURO PER I GIOVANI, MORALIZZAZIONE, COSTI DELLA POLITICA AI PRIMI POSTI NEL PROGRAMMA ELETTORALE

 

 

Michele Nicoletti, trentino si è laureato a Bologna in filosofia e vanta una brillantissima carriera di ricerca e di insegnamento. È stato docente in alcuni Licei e ora ricopre la cattedra di Filosofia Politica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e la Scuola di Studi Internazionali di Trento dopo aver insegnato per diversi anni all’Università di Padova. Nel capoluogo trentino è stato tra i fondatori del gruppo studentesco “Istanze di Base. Gruppo Milani”, della rivista e della casa editrice “Il margine”. A livello nazionale è stato socio attivo della Lega Democratica e con Paolo Giuntella ha contribuito a fondare la “Rosa Bianca” di cui è stato anche Presidente Nazionale. È tra i fondatori del Partito Democratico a Trento, membro dell’Assemblea Costituente Nazionale, ricoprendo, dal 2009, la carica di segretario provinciale del PD Trentino. Nella lista per la Camera dei deputati, Michele Nicoletti si trova al secondo posto, alle spalle di Gianclaudio Bressa, e davanti alla bolzanina Maria Luisa Gnecchi.

 

 

Il Pd attende con trepidazione questa consultazione, che aspettative ci sono in vista delle prossime politiche? è la nostra prima domanda 

 

Noi speriamo che dalle elezioni politiche possa nascere un forte governo riformatore che metta al centro il lavoro e le politiche per lo sviluppo e una forte maggioranza parlamentare che sia in grado di fare le necessarie riforme istituzionali – a partire da una nuova legge elettorale – e la difesa di tutti i diritti, di cui il Paese ha bisogno. La sfida per l’Italia è quella di usare i prossimi cinque anni per recuperare il tempo perduto e avvicinarsi, sul piano economico, sociale, culturale e istituzionale, ai più avanzati Paesi europei. Vi sono molte persone deluse dalla politica che incontriamo in questi giorni, ma vi sono anche moltissime persone che chiedono alla politica di smetterla di raccontare le favole, di essere solo attività di intrattenimento per un popolo trasformato in un pubblico di spettatori e di fare umilmente il suo mestiere: sostenere con rigore e sobrietà la vita delle persone, delle imprese, delle comunità premiando il merito e aiutando i più deboli. E per chi si aspetta questo dalla politica italiana, il PD è il partito che ha le maggiore possibilità di avere le idee, le persone, le relazioni internazionali, la forza popolare per costruire assieme ai cittadini una nuova stagione”.

 

Quali sono i temi più importanti che il Pd vuole fare emergere nel corso di questa campagna elettorale e sui quali baserà poi il suo lavoro nel corso della prossima legislatura?

 

Discutiamo moltissimo di lavoro, di fisco, di futuro per i giovani, ma anche di moralità della vita pubblica e di costi della politica. Incontro dovunque cittadini molto, molto informati e molto, molto esigenti e se devo dire una cosa, la sorpresa di questa campagna elettorale è proprio questa che accanto alla delusione e alla protesta c’è una coscienza politica dei cittadini, più informata e matura, in una parola più europea di quanta se ne trovi spesso tra gli esponenti delle forze politiche. Se dovessi essere eletto, mi piacerebbe poter contribuire a questo processo di armonizzazione europea del nostro Paese, che non significa affatto deprimere la straordinaria ricchezza e originalità dei nostri territori, ma significa costruire standard di diritti e di servizi alla pari delle più avanzate esperienze. In particolare – dato che per ragioni professionali mi sono occupato di questioni politico-istituzionali e di università e ricerca – mi sforzerò di dare un contributo in questi due settori, oltre a cercare di valorizzare al massimo l’esperienza delle nostre autonomie speciali e la loro funzione di tutela delle minoranza, di convivenza pacifica tra diversi, di cerniera tra il mondo tedesco e quello italiano. È dell’incontro tra questi mondi che noi ci nutriamo e che possiamo offrire un contributo originale alla politica italiana.”

Oltre al solito dualismo con il Pdl, questa tornata sarà caratterizzata anche dalla presenza della lista Monti. Il premier uscente, dopo una partenza pacata, ha portato ad un nuovo livello la sua campagna elettorale, sottolineando difetti e mancanze vostre e del Pdl. Crede che tale atteggiamento pagherà o porterà ad un rafforzamento del vostro schieramento e di quello di centro destra?

Nonostante gli sforzi per scassare il bipolarismo, ormai la politica italiana è caratterizzata come nelle altre democrazie mature da un prevalente confronto tra centrodestra e centrosinistra e anche le forze politiche che hanno natura diversa come i partiti di raccolta o autonomisti devono orientarsi di volta in volta verso uno schieramento o l’altro. La SVP e il PATT in questa occasione hanno scelto bene, perché il centrosinistra è la coalizione più attenta a uno sviluppo rispettoso dei territori e del loro protagonismo. Il governo Monti non ha dimostrato la stessa sensibilità e il suo progetto è portatore di una cultura politico-istituzionale di tipo centralistico, la stessa che sta affaticando l’Europa intera. Non mi pare che stia incontrando un grande consenso, né riuscirà a modificare la scena della politica italiana, che ha bisogno di un rinnovamento in senso europeo. Il centrosinistra con il PD è sulla strada giusta e ciò si vede dai forti rapporti politici con i democratici e i socialisti europei. Il centrodestra italiano non è stato in grado di operare questo rinnovamento e per questo i cittadini non gli daranno fiducia”.

 

In caso di esito positivo per il Pd, qual è, o quali sono gli interventi che il nuovo esecutivo dovrà immediatamente mettere in atto?

 

Bersani è stato molto chiaro: prima di tutto sostenere il lavoro e le imprese con misure concrete sul recupero dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, alleggerimento del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese, lotta alla corruzione e all’evasione fiscale che è al doppio della media europea, un programma di riqualificazione di scuole e ospedali che in Italia versano spesso in condizioni penose, una forte politica di sviluppo nell’industria, nell’agricoltura e nel turismo all’insegna dell’innovazione, della qualità e della compatibilità ambientale e la creazione di infrastrutture efficienti. Serve inoltre un piano straordinario per i giovani con Fondi europei e non solo. Accanto a queste misure economiche e sociali occorre mettere mano alle tanto attese riforme in materia di diritti delle persone, di riduzione dei costi della politica, di ammodernamento delle istituzioni e dei piani per il sostegno della scuola, dell’università e della ricerca. Non sarà facile perché la crisi è profonda e le risorse limitatissime. Servirà tantissima umiltà e credibilità per avere l’aiuto dei cittadini, ma ce la possiamo fare. Ci sono tantissime energie – a partire da quelle dei giovani a cui sono state finora offerte solo chiacchiere – pronte a mobilitarsi se solo trovano una sponda affidabile in una politica nuova. E il PD dev’essere all’altezza di questa sfida”.

 

Paolo Gaiardelli