Politica

Francesco Palermo

15 Febbraio 2013

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Francesco Palermo


Un nuovo volto in corsa per l’Autonomia 

di Paolo Gaiardelli

foto 2011

La SVP e il PD hanno scelto Francesco Palermo come candidato per il collegio senatoriale Bolzano-Bassa Atesina

 

Professore di diritto pubblico comparato nell’Università di Verona e direttore dell’Istituto per lo studio del federalismo e del regionalismo dell’Eurac di Bolzano, Francesco Palermo è l´uomo che ha messo immediatamente d´accordo Pd ed Svp per la corsa al senato: sarà infatti lui, 43enne e volto “nuovo” per la politica, il candidato per il collegio senatoriale Bolzano-Bassa Atesina. Laurea a Trento e dottorato di ricerca a Innsbruck, ha lavorato in diverse università e istituzioni straniere. Ricopre o ha ricoperto cariche in diversi organismi indipendenti dell’OSCE, del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea in tema di diritti delle minoranze e di federalismo. “Sono stato scelto per la mia competenza tecnica – spiega Palermo nel suo video di presentazione sul web – per dare una mano nella riforma dello Statuto e nella riforma dello Stato, che ci sarà in futuro. Sono stato scelto per il mio profilo non politico, e di questo sono consapevole”.

 

Per quale motivo Pd ed Svp hanno scelto lei per la circoscrizione senatoriale Bolzano-Bassa Atesina, pur non essendo propriamente un uomo di partito?

“Penso che sia stato proprio per questo. Da quanto mi risulta, dapprima entrambi i partiti hanno cercato di proporre un proprio candidato, poi, come spesso capita in queste circostanze, l’unica possibilità di trovare un accordo è scegliere un nome “né mio né tuo”. Oltre ad essere onorato per la fiducia, devo dare atto che si è trattato di una svolta nella selezione della classe politica, cercando all’esterno qualcuno che avesse le caratteristiche professionali per svolgere un lavoro ben preciso”.

 

Quali sono i punti specifici della sua campagna elettorale, per cui l´elettorato altoatesino dovrebbe darle la sua fiducia?

La politica deve fare di meno e meglio. Pretendere di occuparsi di tutto e promettere di interventi miracolistici in settori in cui non si ha né influenza né competenza non è né serio. Il mio obiettivo primario è lavorare alla riforma dello statuto di autonomia, per renderlo più forte e più moderno. Più forte soprattutto attraverso un nuovo e più garantito riparto delle competenze tra Stato e Provincia, una nuova disciplina finanziaria, il rafforzamento dell’autonomia comunale, la disciplina dei rapporti con l’Unione europea e un nuovo ruolo della Regione. Più moderno, prevedendo maggiori forme di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni, un più efficace sistema di controlli e una maggiore flessibilizzazione delle regole sulla convivenza, ad esempio riducendo l’ambito della proporzionale, consentendo alle scuole di attrezzarsi meglio alle sfide del multilinguismo o accorciando il requisito dei quattro anni di residenza per il voto provinciale e comunale. Anche sui temi nazionali intendo seguire la medesima linea, dunque occuparmi di temi che conosco e in cui posso dare un contributo fattivo. La priorità sarà pertanto su questioni relative a istruzione, università, ricerca e innovazione, semplificazione amministrativa, promozione dei diritti fondamentali delle categorie meno protette (ad es. donne, giovani, migranti, Rom e Sinti, omosessuali), rapporti internazionali e con l’Unione europea. Senza scordare le riforme istituzionali di cui l’Italia ha assoluto bisogno: metterle in moto non dipenderà da me, ma se partiranno cercherò di contribuirvi il più possibile”.

In questi mesi di campagna elettorale sta vivendo da vicino una nuova avventura, quella del candidato: di che tipo di esperienza si tratta?

“Strana ma interessante. Incontro molte persone nuove e imparo moltissimo. Avere la possibilità di imparare cose nuove e di riflettere su nuove questioni è uno stimolo fondamentale in questa fase”.

 

Con quali aspirazioni si presenterà a Roma?

“Con serietà e modestia. Con serietà, cercando di svolgere in modo serio e credibile il lavoro che mi sono prefisso di fare. Con modestia, non illudendosi di cambiare il mondo né promettendo l’impossibile, e restando sempre aperto a stimoli, idee, suggerimenti. Insomma, continuando a imparare e cercando di dare un piccolo contributo, limitato nel tempo e nell’oggetto, allo sviluppo di questo territorio”.

Paolo Gaiardelli