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ALLA FINE VINCE SEMPRE L’SVP3 min read

27 Febbraio 2013 3 min read

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ALLA FINE VINCE SEMPRE L’SVP3 min read

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ALLA FINE VINCE SEMPRE L’SVP

 

di Paolo Gaiardelli

La-Camera-dei-Deputati-a-Roma

 

 

E GRAZIE AI SUOI VOTI FA VINCERE IL PREMIO DI MAGGIORANZA AL CENTROSINISTA CHE SI AGGIUDICA I 340 SEGGI PREVISTI DAL PORCELLUM!

 

Quelle appena andate agli archivi dovevano essere le elezioni del PD e di Bersani, che si presentavano alle urne con il vento in poppa, per veleggiare sicuri verso il netto successo. Invece sono state soprattutto le politiche di Grillo e del suo Movimento Cinque Stelle, e pure quelle di un Berlusconi, un´altra volta dato per morto e sepolto, e puntualmente pronto a stupire tutti, con una rimonta, personale più che di partito, capace di affossare anche il concorrente più granitico.

Morale della favola il Paese si appresta a vivere settimane politicamente tempestose, che, per forza di cose, dovranno essere gestite con maestria dal Capo dello Stato, il quale, a differenza di quanto accaduto nell´ultimo decennio della nostra Repubblica, tornerà a riporre grandi attenzioni nelle consultazioni, sminuite dal 2001 in avanti, da quando cioè le coalizioni hanno iniziato ad inserire nella scheda elettorale, oltre il loro simbolo, anche il nome del candidato premier, ma oggi più che mai fondamentali e preziose dinnanzi ad una situazione di frammentarietà tanto marcata.

Il Senato, a meno di matrimoni politici ad oggi immaginabili solo dai più grandi ottimisti – “un accordo al Senato con i grillini è possibile” ha dichiarato Maria Luisa Gnecchi – è territorio minato ed ingovernabile, la Camera, invece, grazie ad una legge elettorale bistrattata da tutti, è nel controllo della coalizione guidata da Pier Luigi Bersani, la quale, pur avendo raccolto unicamente 124.494 voti un più rispetto a quella di centro destra, può godere del premio di maggioranza che le assicura la bellezza di 340 seggi.

Osserviamoli bene questi numeri, perché è su questi che forse si potrà costruire il prossimo governo, e, tenendoli ben presente, diamo uno sguardo a come è composta la coalizione di Bersani e quale forza ha portato in dote qualcosa come più di 140.000 (132.154 in Alto Adige) preferenze su scala regionale. Si tratta dell´SVP. Il partito sudtirolese di lingua tedesca, dato alla vigilia delle consultazioni in forte crisi, vittima della disaffezione della sua gente, anche per l´accordo messo in essere con il PD, ha alla fine fatto la differenza, vincendo non solo per sé, ma anche per gli altri: cinque deputati, cosa mai accaduta nella storia della stella alpina, e i voti utili al premio di maggioranza, non possono essere catalogati come un semplice successo, ma devono assumere i contorni del trionfo. “Rivendico l´accordo con Bersani – ha commentato a caldo Richard Theiner, Obmann dell´SVP – ma devo ammettere che me ne sono sentite tante in questi mesi, sia dentro che fuori dal partito”.

Potendosi ora levare tranquillamente i tappi dalle orecchie, andranno a Montecitorio Albrecht Plangger, Renate Gebhard, Daniel Alfreider, il rappresentante del Patt Mauro Ottobre e Manfred Schullian. A godere della trasferta nella capitale anche tre deputati regionali per il Partito Democratico, Gianclaudio Bressa, Michele Nicoletti e Luisa Gnecchi, ai quali si aggiunge, grazie al gioco dei resti e al premio di maggioranza, anche Florian Kronbichler, di Sel.

Centro sinistra a parte, la truppa di deputati regionali si riduce ad altre due unità, ovvero Lorenzo Dellai per Scelta Civica, e Michaela Biancofiore, per il PdL. Proprio quest´ultima ha immediatamente lanciato la sua proposta: “È il momento di una grande coalizione politica che veda al vertice dello stato Bersani come Presidente del Consiglio e Berlusconi al Quirinale. Paradossalmente è un assist quello che gli diamo, perché solo al Quirinale Berlusconi verrebbe depotenziato elettoralmente per il ruolo istituzionale che andrebbe a ricoprire”. Provocazione o scenario possibile? Attendiamo sviluppi.

 

 

Paolo Gaiardelli