Cronaca

Curiosa ricerca della LUB3 min read

20 Ottobre 2012 3 min read

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Curiosa ricerca della LUB3 min read

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anziani

 a cura dell'Ufficio Stampa di AGCI

GIOVANI A OTTANT’ANNI

Una ricerca dell’Università di Bolzano rileva le condizioni di vita degli anziani da 40 interviste fatte a persone tra i 61 e  99 anni e sul versante dei giovani, come questi vedono gli anziani. I primi dicono di star bene, ma di soffrire per la diminuzione dell’autonomia personale a causa dell’avanzare dell’età; i secondi , ragazzi tra i 14 e i 17 anni, hanno rapporti sgradevoli con gli anziani sconosciuti, ma ottimi con i parenti, nonni soprattuto, che a 80 anni ritengono non siano ancora diventati vecchi!
 

    

L’unica alternativa autentica alla vecchiaia è morire giovani. Benché l’affermazione sia di evidenza lapalissiana, non ne sono assolutamente convinte le cooperative sociali di AGCI che si occupano di assistenza agli anziani, rappresentate ieri dai suoi responsabili bolzanini Giulio Clamer e Nicola Grosso intervenuti al Convegno promosso dalla Provincia autonoma di Bolzano. Il convegno si è svolto all’Università e in collaborazione con la stessa, e questo non per caso. La Ripartizione provinciale Famiglia e Politiche sociali ha inteso rivolgere l’iniziativa in particolare al mondo dei giovani, coinvolgendoli anche direttamente, per avvicinarli al mondo degli anziani e delle loro problematiche.

Ricco di interventi e frequentatissimo il convegno, stracolma l’aula magna di studenti, professori e addetti ai lavori: personale delle strutture per anziani in prima linea, molte delle quali sono appunto cooperative. La struttura assistenziale per gli anziani, alla quale sovrintende l’Assessorato alla famiglia, sanità e politiche sociali, è molto articolata in Alto Adige, ed è collaudata ormai da tanti anni. Si pensi che in Alto Adige le Case di Riposo sono 74, praticamente quasi una per ogni Comune, inoltre 13 sono i Centri di assistenza diurna per anziani, 31 i Club per anziani sparsi in tutta la provincia, oltre ai 25 presenti nella città capoluogo.

Tra gli interventi, in mattinata , il prof. Lothar Bönisch, della Libera Università di Bolzano, ha osservato che con lo sviluppo demografico e il cambiamento strutturale della società, la vecchiaia non può più essere definita un “tempo residuale”della vita, ma essa è diventata una fase autonoma di sviluppo e di realizzazione.

Molto interessante anche il lavoro presentato da Werner Schefold, anch’egli professore dell’Università bolzanina, che ha illustrato la ricerca svolta all’interno dell’Università nel Laboratorio sulle politiche sociali i cui frequentanti, gli studenti del corso di laurea in Servizio sociale hanno realizzato quaranta interviste a persone tra i 60 ei 99 anni. Queste evidenziano i diversi modi dell’invecchiare e dell’essere anziani in Alto Adige. Dalle risposte emergono i loro stili di vita, i loro desideri irrisolti, l’interesse alla partecipazione pubblica, l’importanza della religione. In generale le persone intervistate esprimono una buona soddisfazione del loro stato dovuto all’alto livello delle condizioni di vita e della qualità delle esperienze, ma anche il disagio riferito alla accresciuta dipendenza da altri.

La ricerca ha voluto indagare pure l’atteggiamento dei giovani e il loro immaginario nei confronti degli anziani. Sono stati intervistati 80 giovani tra i quattordici e i diciassette anni. Controverse appaiono le esperienza che essi riferiscono. Generalmente sono negative le esperienze con anziani sconosciuti, positive quelle con i parenti. Essi riconoscono apertamente gli aiuti e il sostegno ricevuto in particolare dai nonni e la stragrande maggioranza degli intervistati ritiene che gli ottantenni “non sono più vecchi.”

 

a cura dell’Ufficio Stampa di AGCI