Cultura e società

Conferenza della Dante Alighieri4 min read

23 Ottobre 2012 4 min read

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Conferenza della Dante Alighieri4 min read

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Giulio Clamer

di Pinuccia Di Gesaro

TOPONIMI LONGOBARDI IN REGIONE

Tenna, un comune sul colle a nord del lago di Caldonazzo, Tenno, un altro paese sopra Riva del Garda, Denno, questo invece si trova in val di Non, sono paesi i cui nomi furono loro assegnati millecinquecento anni fa dai Longobardi, gli “uomini dalle lunghe barbe” che venivano dalla Scandinavia e arrivarono a Trento nel 568 dopo Cristo. Vi rimasero due secoli, fino al 774, fino a quando furono cacciati dai Franchi di Carlo Magno. “Toponimi di origine longobarda in Trentino e in Alto Adige a partire dalle ricerche di Giulia Mastrelli Anzilotti” è il titolo di una conferenza storico-linguistica organizzata dalla Società Dante Alighieri di Bolzano martedì 23 ottobre presso la sede in Via Portici 30. Sarà tenuta da due studiosi, gli storici medievisti Francesco Marigliano e Massimo Zorzini. 

L’incontro si preannuncia molto stimolante perché trae materia dalle risultanze di una ricerca in corso da oltre trent’anni dal “Centro per lo studio delle civiltà barbariche in Italia” presso l’Università di Firenze in collaborazione con il Centro Nazionale delle Ricerche e il Servizio Beni culturali della Provincia Autonoma di Trento. Nel 1985 importanti risultati erano stati presentati nel corso di un convegno tenutosi a Rovereto, i cui Atti erano stato pubblicati a cura della Accademia Roveretana degli Agiati, seguiti poi dalla pubblicazione, a cura di Giovanni Nicolini, dell’aggiornamento del Dizionario toponomastico del Trentino, voluto da una apposita legge provinciale e pubblicato nel libro “Trentino – nomi di Luogo“.

Dietro alla toponomastica e a qualche prezioso reperto conservato nei musei, cosa sappiamo noi oggi del regno romano-barbarico dei Longobardi, un po’ sprezzantemente chiamati “barbari”, ma in realtà un popolo civilissimo solo se leggiamo le testimonianza nell’ Historia Longobardorum di Paolo Diacono, il monaco storico, scrittore e poeta longobardo, e gli studi di numerosi insigni storici contemporanei, da Cardini, a Tabacco a Ruffolo, fino ai due prestigiosi relatori che parleranno al pubblico bolzanino.

Torniamo venti secoli indietro, quando le cinque legioni di Druso, tra il 15 e il 16 avanti Cristo percorsero le valli dell’Adige e dell’Isarco e dopo aver occupato Trento e Bolzano e salirono verso nord e arrivarono fino al Danubio. Le popolazioni di questa regione, che non aveva ancora un’identità e quindi fu genericamente chiamata “terra tra i monti”, furono chiamate dai Romani anch’esse con un nome generico, i Reti. Il periodo dell’occupazione romana durò cinque secoli e lasciò profonde tracce nella vita e soprattutto nella lingua delle popolazioni indigene. Sarchi, Germani, Breoni, Venosti e altre popolazioni adottarono una lingua comune, il reto-romanzo parlato tuttora in Svizzera e sopravvissuto in Alto Adige nell’idioma ladino.

Per quattrocento anni la pace regnò in questa regione, benché già sul finire del terzo secolo cominciarono a diffondersi i primi allarmi di pressioni da nord-est. Fu allora che da nord si affacciarono Vandali, Alani, Svevi, Burgundi e Goti, ma fu dopo la caduta dell’impero romano d’occidente, nel 476, che il territorio alpino fu colonizzato dai Germani, primo fra tutti dagli Ostrogoti di Teodorico. Mi preme ricordare che Teodorico fu un grande sovrano, favorevole alle sorti dell’Alto Adige (è prematuro chiamare così la provincia di Bolzano del tempo di Teodorico, perché il toponimo “Alto Adige” è di origine napoleonica, quindi posteriore di oltre mille anni!) perché il condottiero degli Ostrogoti, che aveva insediato la sua corte a Verona, restaurò ordine e pace in tutti i territori, compresa la Rezia, cioè le vallate della Val Venosta e dell’Isarco (mentre Maia, cioè Merano e Pons Drusi, cioè Bolzano erano parte della X Regio italica dell’Impero).

I conflitti seguiti alla morte di Teodorico, avvenuta nel 526, tra l’imperatore d’Oriente e i Goti furono la causa dell’arrivo dei Longobardi, peraltro chiamati da Narsete, l’uomo di fiducia dell’imperatore di Costantinopoli mandato in Italia per umiliare il suo valoroso condottiero Belisario!!!

Fu così che arrivarono i Longobardi col loro re Alboino che, nel 568, insieme ad altre popolazioni germaniche entrarono in Italia dal confine orientale. Nominò subito due duchi, Gisulfo, duca del Friuli ed Evino duca di Trento. Mentre nominava questi due duchi, dal Brennero entravano i Baiuvari che presero possesso della val Pusteria e dell’alta valle Isarco e vi si insediarono. Intanto Merano, l’Oltradige con Appiano e Caldaro, cioè la parte più a sud del territorio, Bolzano e la Bassa Atesina, si costituivano nel ducato longobardo con il suo duca che risiedeva a Trento.

La pace tra Longobardi e Baiuvari, si badi bene che entrambe erano popolazioni germaniche, fu sempre molto precaria tanto che Bolzano, nel 680 fu persino saccheggiata da Alachi, il successore di Evino, e Bolzano e Merano, erette a contee, passarono ripetute volte da una mano all’altra.

Tra i due litiganti ne approfittarono poi i Franchi, rivali degli uni e degli altri, che chiusero definitivamente la partita con la vittoria di Carlo Magno sui Longobardi a Pavia nel 774.

Nel 788 la stessa sorte toccò al ducato di Baviera, cosicché la “terra tra i monti” fu incorporata nel Regno dei Franchi. Nell’883, alla divisione del Regno Carolingio, il ducato di Baviera, che arrivava fino a Bolzano, fu annesso al Regno Franco orientale e la marca di Trento fu annessa al regno d’Italia.

Serata interessantissima quella che si preannuncia per il 23 ottobre prossimo!


Pinuccia Di Gesaro