Bolzano si prepara ad accogliere un nuovo protagonista della ristorazione: ha aperto Triclinium, in via Orazio. Un locale che unisce l’originalità di un format inedito, la cotoletteria del giovedì, venerdì e sabato sera, con la solidità della buona cucina italiana a pranzo e un’offerta esclusiva di piatti di mare il sabato a mezzogiorno.
L’idea porta la firma di due chef noti in città: Simonpietro Francescatti, già titolare del ristorante Doppio Zero a Maso della Pieve, e Vittorio Joachim De Marzani, maestro artigiano con incarichi di formazione ai vertici dell’Associazione Cuochi Provinciali. «Avevamo voglia di fare qualcosa di nuovo, di innovativo ma allo stesso tempo legato alla tradizione», raccontano i due titolari. «Ci conosciamo dai tempi della scuola alberghiera e questo progetto è il frutto di una passione condivisa che non si è mai spenta».
Il cuore del format è la cotoletteria: la cotoletta pensata come una base pizza, da farcire in vari modi. Si parte dalla “Margherita”, fino a versioni più elaborate come la Triclinium (guanciale, porchetta e pecorino) o la “Calabra” con ’nduja. Il tortel di patate sarà la base per la versione vegetariana. Ci saranno poi possibili offerte stagionali o settimanali, come la base fatta di melanzana impanata. «Alla sera niente pizza, ma solo questo format innovativo», spiega Francescatti, «perché volevamo dare un’identità forte e diversa».
A mezzogiorno, invece, spazio ai pranzi di lavoro: una cucina tipica italiana, con piatti regionali calibrati sulle esigenze della pausa pranzo. E il sabato a pranzo si cambia ancora registro, con un’offerta dedicata al pesce fresco: chicche di mare selezionate e curiosità gastronomiche pensate per incuriosire il palato dei bolzanini. Un esempio? Le ostriche rosa del Delta del Po.
Il locale, 280 metri quadri distribuiti su più livelli, crea dieci nuovi posti di lavoro e recupera una storica sede della ristorazione cittadina. «Ci piaceva quel posto da tempo», spiegano Francescatti e De Marzani. «Per anni è stata una spaghetteria molto frequentata, poi si sono susseguite gestioni etniche: giapponese, cinese, asiatica. Oggi, invece, riportiamo l’italianità e la tradizione. È bello che, per una volta, sia la cucina locale a subentrare, e non viceversa».
La scelta del nome Triclinium non è casuale: in latino indicava il grande tavolo conviviale delle case romane, legato al tema dell’ospitalità e del buon vivere. Un richiamo che si lega direttamente al poeta Orazio, cui è dedicata la via dove sorge il locale e autore del motto scelto dai due chef: “ubi convivium, ibi vitam” – dove c’è convivialità, lì c’è vita. A sottolineare il legame con la cultura, sulle pareti campeggia un affresco dell’artista marchigiana Monica Raffaeli dedicato proprio a questo spirito.
«Il nostro obiettivo – conclude Francescatti – è offrire un luogo dove qualità e creatività possano incontrarsi, portando i giovani e le famiglie a vivere anche questa parte della città con entusiasmo. Vogliamo che Triclinium diventi un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza nuova, senza rinunciare al gusto della tradizione».
Foto, Triclinium Simonpietro Francescatti e Joachin de Marzani sala