Uccisione uccelli, il caso di Bolzano non è isolato

“Purtroppo, quello del piccione cui è stato parato a Bolzano non è un caso isolato. I casi di maltrattamento e di uccisione di uccelli sono pratiche assai diffuse. Spesso i bersagli non sono solo gli esemplari adulti ma, soprattutto in primavera, anche i nidi, con il furto delle uova e dei piccoli nati, che poi vengono adoperati come richiami vivi nella caccia. Si tratta di condotte vietate dalla legge, ma le sanzioni già previste evidentemente non bastano”.

Così in una nota la senatrice e Presidente del Gruppo Per le Autonomie, Julia Unterberger.

Per questo unitamente al disegno di legge sui reati contro gli animali, attualmente in discussione in Commissione Giustizia al Senato, Julia Unterberger ha presentato una serie di emendamenti che, tra l’altro, inaspriscono ulteriormente le pene per chi viola il divieto di uccellagione, già previsto della legge per la protezione della fauna selvatica e per la caccia.

Altri emendamenti sono rivolti alla specifica tutela degli uccelli canori, per i quali la Senatrice altoatesina propone il divieto generale di caccia. In più, ha chiesto di introdurre un divieto all’uso di richiami vivi nella caccia, una pratica crudele che, se fosse vietata, metterebbe fine anche al furto dei piccoli nati per destinarli al commercio illegale.

Purtroppo, la legislazione italiana è lacunosa, osserva Unterberger. Per questo, la Commissione europea ha avviato nei confronti dell’Italia una procedura di infrazione per il mancato rispetto della Direttiva Uccelli. Contesta la legislazione nazionale in quanto attribuisce alle Regioni il potere di autorizzare l’uccisione o la cattura di uccelli anche in aree protette e durante periodi dell’anno in cui la caccia è vietata. Inoltre, viene contestato il mancato rispetto del Regolamento REACH, che vieta l’utilizzo delle munizioni di piombo nelle zone umide, mentre in Italia sono ammesse delle deroghe. Questo significa che ci sono territori che violano la normativa europea.

Posto che la tutela degli animali, dal 2022, rientra tra i principi costituzionali e che spetta allo Stato garantirne l’applicazione con proprie leggi, è arrivato il momento che la normativa statale si adegui, è la conclusione di Julia Unterberger.

Immagine. La foto è evidente, la descrizione è inutile!