Filo conduttore dell’evento è infatti la forte collaborazione della comunità universitaria e in modo particolare della componente studentesca che, oltre ad essere protagonista della progettazione delle panchine rosse, ha offerto una propria riflessione in entrambe le sedi sul mancato riconoscimento del contributo delle donne alla scienza e sulle sue conseguenze, ancora attuali, in termini di discriminazioni fondate sugli stereotipi di genere.
Due le panchine nuove svelate oggi: una, dal titolo “L’onda” alla Facoltà di Giurisprudenza, l’altra a Povo Zero, sede dei Dipartimenti di Matematica e Fisica, dal titolo “La punta dell’iceberg”, entrambe realizzate con il legno donato dalla Magnifica Comunità di Fiemme e con l’aiuto del Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale (Sova) della Provincia autonoma di Trento.
Durante le due inaugurazioni, studentesse e studenti sono intervenuti per spiegare le pesanti conseguenze che le donne subiscono nel mondo della ricerca a causa dell’‘Effetto Matilda’, fenomeno per il quale il risultato del lavoro scientifico compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito a un uomo. Una forma di micro-violenza, spesso reiterata e profonda, che danneggia le donne dal punto di vista intellettuale e scientifico.
Con il pensiero rivolto alle recenti vittime e a tutte le donne che quotidianamente subiscono violenza, il rettore Flavio Deflorian durante l’inaugurazione ha commentato: «La panchina è il loro nome e noi siamo qui per loro. Compito dell’Università è farsi carico di questi valori, che sono i valori di tutti. Respingere la violenza contro le donne, sempre e comunque: lo facciamo con atti simbolici che vogliono però rappresentare il nostro impegno. Siamo qui a dire che non deve accadere più. Anche se sappiamo che non basta dirlo. Siamo qui perché crediamo che potrà esserci un giorno in cui questi simboli, queste panchine, non serviranno più».
“Fuori dall’ombra: panchine rosse”
Un intervento di architettura sociale, che coinvolge la comunità universitaria e la cittadinanza, per riflettere sulla violenza di genere attraverso la realizzazione di panchine rosse.
Dopo le inaugurazioni al Polo Ferrari, a Palazzo Piomarta a Rovereto, al Palazzo di Economia, a Palazzo Prodi e a Mesiano l’iniziativa aggiunge oggi due nuove installazioni, una condivisa dai Dipartimenti di Fisica e di Matematica, l’altra alla Facoltà di Giurisprudenza. I due manufatti sono stati selezionati tra i progetti presentati da studenti e studentesse del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica.
Oltre al coinvolgimento diretto di studentesse e studenti nella progettazione, altro elemento che caratterizza fortemente l’iniziativa è l’obiettivo di consolidare ulteriormente il dialogo tra la comunità universitaria e il territorio, valorizzando l’impegno di molti soggetti, che in vario modo hanno deciso di fornire il proprio apporto ad un progetto che si caratterizza per la capacità di innovazione, sia nei linguaggi, utilizzando l’architettura in chiave sociale, che nella modalità di realizzazione, fondata sulla comprensione partecipata del fenomeno e la valorizzazione delle competenze.
Il progetto, avviato dal 2021 tra le politiche di equità e diversità di UniTrento, è attualmente inserito nel Piano strategico di Ateneo 2022-2027 (Cluster Benessere) e rientra nelle azioni previste dal Piano di azioni positive e dal Gender equality plan per gli anni 2022-2024. Inoltre risponde ai principi della Scienza Aperta e contribuisce alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare all’obiettivo 5 “Parità di genere”.
La realizzazione del progetto è possibile grazie a una collaborazione diffusa che coinvolge la comunità universitaria in tutte le sue componenti e una rete di istituzioni del Trentino quali l’Opera Universitaria, i comuni di Trento e Rovereto, il Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale (Sova) della Provincia autonoma di Trento, la Biblioteca civica G. Tartarotti di Rovereto, la Biblioteca comunale di Trento e la Magnifica Comunità di Fiemme, e di soggetti privati tra cui la Cooperativa sociale Il Gabbiano, l’azienda Luce e Design S.r.l., Xlam Dolomiti Spa e Spazio Verde Soc. Coop. Agricola.