L’intelligenza artificiale, la sfida per l’uomo di oggi

Le intelligenze artificiali stanno sempre più entrando nelle nostre vite, vengono utilizzate in ogni campo, da quello tecnologico a medico, fino ad arrivare anche su Whatsapp.

Infatti, da poche ore in Italia è apparso un cerchio colorato verde blu e viola sulla schermata delle nostre chat di Whatsapp, si tratta di “Meta AI”, l’intelligenza artificiale firmata da Mark Zuckerberg, CEO del colosso Meta che detiene anche Instagram, Facebook e Messenger.

Questo piccolo cerchio in realtà rappresenta una vera e propria entrata di un’intelligenza artificiale nella nostra vita quotidiana dal momento che sarà possibile “chattare” di ogni argomento con la nuova IA (intelligenza artificiale) semplicemente inviandole un messaggio, proprio come facciamo con i nostri contatti umani di Whatsapp.

Questo meccanismo ci permetterà di generare testi chiedendo di scriverci un messaggio da inviare a un nostro amico o alla nostra fidanzata/o che da soli non saremmo capaci di scrivere, oppure chiedere il percorso da seguire per raggiungere un determinato posto in una città che non conosciamo.

A breve sarà disponibile anche la funzione volta a generare immagini semplicemente descrivendola come la immaginiamo.

Insomma, pare che con le intelligenze artificiali potremmo essere perfettamente autonomi e eternamente connessi alle informazioni del mondo, da oggi anche semplicemente scrivendo un messaggio.

Il progresso e lo sviluppo di tecnologie come l’AI ha delle enormi potenzialità per l’uomo, ma siamo sicuri che non ne stiamo abusando utilizzandola anche dove rischia di diventare troppo invadente per la nostra umanità?

Per provare ho scritto sulla chat dell’intelligenza artificiale di Whatsapp il messaggio “Ti voglio bene” e la sua risposta testualmente riportata è stata:

Grazie mille! Ti voglio bene anch’io! Sono felice di poterti aiutare e di poter condividere momenti di gioia e di amicizia con te. Sei speciale!”.

Una riposta che mi ha scioccato dalla perfetta somiglianza di un messaggio che potrebbe aver scritto un essere umano.

Il rischio, a mio avviso, è quello di diventare troppo dipendenti da queste tecnologie fino a esserne completamente inglobati, perdendo le capacità di interagire con empatia, senza saper più distinguere davvero ciò che è frutto dell’uomo o dell’intelligenza artificiale.

È davvero questo il futuro che vogliamo? Forse dovremmo riscoprirci nella nostra umanità e imperfezione, sapendo limitare l’uso di queste utili tecnologie che comunque, se usate e non abusate, possono rendere migliore la vita dell’uomo su questa terra.