L’attivista indigeno per i diritti civili Leonard Peltier viene rilasciato dal carcere: un importante gesto di giustizia

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) accoglie con favore la decisione di Joe Biden di commutare la condanna all’ergastolo dell’attivista indigeno per i diritti civili Leonard Peltier in arresti domiciliari, come uno dei suoi ultimi atti ufficiali da Presidente degli Stati Uniti. Leonard Peltier è stato imprigionato per decenni, anche se la sua colpevolezza per la morte di due agenti dell’FBI non è mai stata provata. La tardiva decisione di Joe Biden di rilasciarlo almeno agli arresti domiciliari dà ora all’attivista indigeno, gravemente malato, l’opportunità di trascorrere dignitosamente i suoi ultimi anni di vita.

L’ingiustizia sistematica dello Stato americano nei confronti dei nativi americani ha lasciato ferite profonde. La scarcerazione di Peltier è un segno importante di giustizia e riconciliazione. Ci auguriamo che il ritorno nella sua comunità abbia un impatto positivo sulla salute dell’ottantenne, che ora potrà ricevere cure mediche adeguate. Peltier è stato sottoposto a condizioni disumane nel carcere di massima sicurezza. Soffre di diabete e di problemi cardiaci e sta diventando sempre più cieco. A febbraio, l’avvocato di Peltier ha denunciato l’inadeguatezza delle cure mediche di base; ad esempio, Peltier non ha ricevuto cure dentistiche per dieci anni e ha perso tutti i denti.

Leonard Peltier è un noto attivista dell’American Indian Movement (AIM), che si batte per i diritti degli indigeni. Nel 1977 è stato condannato a due ergastoli per il suo presunto ruolo in una sparatoria nella riserva di Pine Ridge. Nella sparatoria del 26 giugno 1975 rimasero uccisi due agenti dell’FBI e un giovane membro dell’American Indian Movement. Ancora oggi non è stata fatta piena luce su quanto accadde all’epoca. Peltier, che fu condannato per omicidio, ha sempre sostenuto la sua innocenza. Il processo contro di lui fu caratterizzato da prove discutibili e pregiudizi razzisti. Gli esami balistici rivelarono che i colpi fatali non erano stati sparati dalla sua pistola. In seguito si è saputo che l’FBI aveva estorto le dichiarazioni dei testimoni. Non c’erano e non ci sono prove della sua colpevolezza. Non gli è mai stata concessa una revisione della sentenza o un nuovo processo.

Sostenitori illustri come il defunto premio Nobel per la pace Desmond Tutu, artisti come Harry Belafonte e Robert Redford, numerosi politici del Bundestag tedesco, del Parlamento europeo e del Congresso degli Stati Uniti chiedono da decenni il rilascio di Peltier. Anche James H. Reynolds, ex pubblico ministero coinvolto nelle indagini contro Peltier, si è espresso a favore della grazia. L’APM si batte per la liberazione di Peltier sin dal mandato di Jimmy Carter (1977-1981) e recentemente ha lanciato un appello a Joe Biden affinché conceda la grazia a Peltier prima della fine del suo mandato di Presidente degli Stati Uniti.