Per anni i politici europei e americani hanno ampiamente sottovalutato i Paesi membri del BRICS. Si tratta della alleanza costituita da Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran.
Una sottovalutazione non da poco come si può facilmente intuire.
Ma non è una buona idea prendere alla leggera questa coalizione di Paesi antagonisti alle politiche europee e non solo, se non altro per il simbolismo politico che ha rappresentato il 16esimo convegno BRICS tenutosi a Kazan in Russia dal 22 al 24 ottobre 2024.
Chi avrebbe mai pensato che solo due anni e mezzo dopo la sua decisione di invadere l’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe ospitato un summit a cui hanno partecipato decine di esponenti politici internazionali, tra i quali partner degli Stati Uniti come l’Egitto e la Turchia alleata della NATO, che ha recentemente espresso interesse per l’adesione?
Il fatto che un incontro del genere si sia svolto in questo periodo di grandi tensioni internazionali, diviso tra i Paesi occidentali e quelli con una forte economia emergente, come l’India o la Cina, è il prodromo di un cambiamento nella politica globale con l’obbiettivo di depotenziare il ruolo degli Stati Uniti e dell’Europa nel mondo.
I BRICS incarnano il crescente risentimento tra le potenze medie verso “l’ordine mondiale” guidato da Washington, ponendosi come alternativa al sistema americano ed europeo e cercando di costruire potenti relazioni economiche. Basti solo pensare ai rapporti tra Cina e Russia, in grado di influenzare l’economia globale.
Lo stesso Vladimir Putin ha affermato che la formazione di un “ordine mondiale multipolare” è in corso e irreversibile.
Nell’ultimo convegno di Kazan i leader hanno discusso delle tematiche strategiche per il futuro, come il rafforzamento della cooperazione economica tra le nazioni membri, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle economie occidentali.
Inoltre è avvenuta l’inclusione formale di nuovi membri, quali Iran, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti con lo scopo di espandere l’influenza dei BRICS, dal momento che oggi rappresentano circa il 41% della popolazione mondiale e il 24% del PIL globale. I BRICS sono il sintomo di un’insurrezione globale e, se non ascoltati e tenuti in considerazione, questi raggruppamenti finiranno per coalizzarsi attorno a un’agenda politica ed economica più coerente di quella europea e americana.