Prosegue la cinquantesima edizione del Festival di Musica Contemporanea, rassegna che dal 1975 crea a Bolzano un palcoscenico dedicato alla musica contemporanea e negli ultimi anni soprattutto quella composta nell’ambito territoriale dell’Euregio.
Con il sostegno di partner come il Comune di Bolzano, il Südtiroler Künstlerbund, Windkraft ed il Conservatorio Monteverdi il festival contribuisce anche alla creazione di nuove composizioni con oltre 300 nuove opere commissionate ad oggi.
Il 12 ottobre alle ore 18:00, presso la Chiesa dei Francescani, la rassegna propone un appuntamento con la musica sacra riletta in chiave contemporanea. Gli interpreti saranno i musicisti dell’orchestra da camera tirolese InnStrumenti, diretta da Gerhard Sammer, e i membri del coro del Musikgymnasium di Innsbruck diretto da Siegfried Portugaller.
L’ensemble InnStrumenti è attivo da oltre 25 anni in un ampio spettro di attività che vanno dalla commissione ed esecuzione di nuove opere alla valorizzazione della musica classica e romantica in diversi formati concertistici con solisti di fama internazionale. Sotto la direzione artistica di Gerhard Sammer la formazione promuove anche diverse attività con scuole, studenti e giovani solisti, impegnandosi nel promuovere la musica tra i bambini e i giovani.
Alla Chiesa dei Francescani InnStrumenti propone un programma sacro che accosta capolavori spirituali del passato a partiture eseguite in prima assoluta. Si apre con un brano di un compositore vivente che è diventato ormai un classico, il Magnificat a cappella di Arvo Pärt, composto nel 1989 sul testo latino in un linguaggio inventato dallo stesso compositore, il tintinnabuli, caratterizzato da un approccio minimalistico e influenzato dalle esperienze mistiche del compositore con la musica dei canti religiosi.
Segue l’aria Vidit suum dulcem natum, dal celebre Stabat Mater di Pergolesi, una delle partiture sacre più celebri della musica barocca. Qui è protagonista il soprano solista, accompagnato dall’orchestra d’archi, a cui presterà la voce l’austriaca Veronika Mair, che ritroviamo nella stessa veste anche nel brano successivo del compositore Elias Praxmarer, classe 1994, eseguito in prima assoluta, dal titolo Kantate. Questa partitura per soprano, coro, percussioni e orchestra d’archi rappresenta bene il linguaggio del compositore, fortemente influenzato dalla musica sacra e dalla prassi organistica.
Il penultimo brano in programma è di nuovo un Magnificat, questa volta nella versione luterana Meine Seele erhebt den Herren, musicato da Heinrich Schütz, considerato il più importante compositore tedesco prima di J. S. Bach. Un altro capolavoro del barocco, un’opera vocale, che precede l’ultimo pezzo in programma, ovvero la prima esecuzione assoluta di Helix, per coro, orchestra d’archi e percussioni. Questa partitura di Simon Gamper, compositore, poli-strumentista e produttore altoatesino, ha un forte valore simbolico e spirituale, trattando degli interrogativi esistenziali che tormentano l’uomo.
Il festival prosegue immediatamente con l’appuntamento di domenica 13 ottobre alle ore 18:00 presso il Conservatorio di Bolzano. Ritroviamo un ospite ricorrente del Festival, ovvero il quartetto di percussioni ConTakt, formato da Manfred Gampenrieder, Georg Malfertheiner, Philipp Höller, Christian Miglioranza, Rebecca Mader e Francesco Marciano.
Il programma è quasi interamente dedicato a compositori di origine altoatesina o attivi nell’area dell’Euregio, a partire da Eduard Demetz con il suo Tempo separato, composto nel 2018 per una mostra di Lois Anvidalfarais allestita all’entrata della grotta dell’Ursus Spelaeus a 2700 metri d’altitudine.
Altre opere in programma sono Perdiscussion dell’arrangiatore e compositore berlinese Matthias Höpf, eseguito in prima assoluta come anche Quantum circuit, per quattro timpani, del giovane e apprezzato compositore altoatesino Manuel Zwerger, commissionata dal Südtiroler Künstlerbund.
Sarà una prima esecuzione anche quella di Physis, opera commissionata dal festival al compositore Giuseppe Gammino, di origini siciliane ma da tempo residente in Alto Adige.
Il concerto si concluderà con un capolavoro del compositore greco Iannis Xenakis, Peaux da Plëiades, per sestetto di percussioni.
Foto. Gerhard Sammer