Caos climatico ed estinzione delle specie, guerra in Ucraina e nella Striscia di Gaza, autocrati al potere in tutto il mondo: con notizie di questo tono è difficile guardare con ottimismo al futuro. Per questo – e se ne parlerà alla 35^ edizione dei Colloqui di Dobbiaco, da venerdì 27 a domenica 29 settembre – oggi c’è più che mai bisogno di coltivare la “Speranza contro ogni speranza”, ed è proprio questo il titolo della nuova edizione dello storico laboratorio d’idee per la conversione ecologica, che come da tradizione metterà a confronto nel centro altoatesino esperti e addetti ai lavori italiani e dei Paesi dell’arco alpino. Tra gli ospiti già confermati il filosofo Mauro Bozzetti, dell’Università di Urbino, Lars Hochmann, docente di Trasformazione e Impresa all’Università Coblenza, esperto di “hacking delle organizzazioni”, Stefanie Brander, dell’associazione svizzera Anziane per il Clima, la giornalista e scrittrice tedesca Ute Scheub e Paulina Frölich, vicedirettrice del think tank berlinese Das Progressive Zentrum
Nella tre giorni di settembre, partendo da una riflessione sull’impegno contemporaneo ispirata da Alexander Langer – fondatore della Fiera delle Utopie Concrete in Umbria e tra le figure di riferimento dei Colloqui di Dobbiaco – e dallo storico filosofo austriaco Ivan Illich, si discuterà di pazienza e perseveranza, fiducia e azioni per sconfiggere la policrisi, neologismo che racconta come le tanti grandi crisi contemporanee (sociale, politica, economica, climatica) si intersecano, amplificano e alimentano reciprocamente.
In programma anche quattro workshop paralleli che offriranno approfondimenti sugli ambiti concreti della conversione ecologica: si parlerà di agroecologia, città di 15 minuti, cittadinanza energetica, conservazione della natura e diritti umani, stanchezza democratica e crescente disuguaglianza. Per provare – al termine dei Colloqui – a darsi una risposta alla domanda da cui muove questa edizione del 2024: “C’è una speranza per i giovani e per chi si impegna per un futuro migliore?
Foto. Paulina Frölich @Lars Hochmann Björn Waide