Nuovo accordo transattivo tra l’amministrazione provinciale e due docenti che chiedevano il riconoscimento economico dell’indennità di bilinguismo anche senza avere la certificazione C1. Gli insegnanti assistiti da Uil Scuola e dall’avvocato Crisafulli: “Situazione paradossale. La Provincia paga sistematicamente davanti al Giudice ma non applica correttamente le norme. Così c’è pure uno spreco di denaro pubblico nel pagare tutte le spese legali”.
Una situazione paradossale quanto reale. Il sindacato della Uil Scuola festeggia due importanti vittorie legali che, tuttavia, inducono a muovere alcune riflessioni di sistema verso la Provincia. Due docenti assistite dalla Uil, infatti, hanno raggiunto un accordo transattivo con l’amministrazione provinciale per vedersi riconosciuta l’identità di bilinguismo prima negata perché non in possesso del grado di certificazione linguistica previsto per il loro ruolo. A spiegarla in modo più semplice ci pensa l’avvocato Luca Crisafulli che le ha rappresentate. “Facciamo un esempio. Un insegnante del liceo ottiene oggi dalla Provincia Autonoma di Bolzano l’indennità di bilinguismo solo se in possesso di patentino A (C1 nella scala europea). Se invece ha conseguito il patentino C o B (rispettivamente B1 o B2 per la scala europea), la richiesta di indennità di bilinguismo gli viene respinta. Se, però, propone ricorso giudiziario, allora ottiene il riconoscimento di tale indennità. Questo perché esiste una giurisprudenza consolidata che in diverse pronunce ha affermato il diritto alla percezione dell’indennità di bilinguismo in favore degli insegnanti in relazione al solo attestato posseduto. Se hai il patentino B o inferiori, insomma, hai diritto all’indennità di bilinguismo in rapporto a tale attestato”. La Provincia, però, resiste. “La tendenza consolidata, al contrario, è che l’amministrazione provinciale non riconosca il diritto a semplice richiesta dell’insegnante ma solo se questi abbia avviato un’azione giudiziaria. Solo davanti ad un Giudice, insomma, la Provincia riconosce il diritto, facendosi peraltro carico di tutti gli arretrati. Viene da chiedersi perché la giunta provinciale semplicemente non si adegui alle norme ed accetti di pagare tutto senza che il richiedente debba rivolgersi ad un avvocato ed avviare una causa. Non solo, esiste pure uno sperpero di denaro pubblico perché sistematicamente le spese legali vengono poste a carico dell’ente pubblico”. La questione peraltro non è nuova ed ha finora coinvolto diverse decine di insegnanti. Ora altri due episodi recentissimi. Il rischio è che sistemica diventi la scelta del ricorso con file di docenti nelle aule del Tribunale per recuperare i soldi.
Sulla situazione interviene anche il segretario regionale della Uil Scuola Marco Pugliese. “Siamo di fronte a somme che sarebbero diritto di tutti e che vengono ottenute solo da chi sceglie la strada legale. Ha davvero poco senso. Di sicuro questi ricorsi sono una vittoria del nostro sindacato che ha voluto e ottenuto questo riconoscimento. Ora, però, la Provincia dovrebbe regolarizzare la situazione senza aspettare ogni volta il Tribunale”. Le battaglie nelle aule, peraltro, non finiscono qui: “Abbiamo in cantiere anche un ricorso collegato al mancato bonus da 500 euro per i docenti altoatesini. Sarebbe più facile sedersi a un tavolo a parlarne ma purtroppo non ci è concesso. Speriamo che sia inserito nel nuovo contratto sia dopo il pasticcio sugli arretrati che arriveranno dopo Natale. Molti colleghi sono arrabbiati anche per questo. Appena potremmo parlare con un nuovo assessore alla scuola italiana siamo pronti a proporre due o tre azioni da concretizzare velocemente per riconoscere maggiore dignità ai nostri insegnanti”.