Appena alla sua seconda data in Italia il violinista Kerson Leong sale sul palco all’Auditorium il 4 agosto come solista nel concerto sinfonico della Gustav Mahler Academy. Una finestra sul mondo musicale parigino degli anni venti con musiche di Ravel, Debussy e Stravinskij, magistralmente eseguite dai virtuosi allievi dell’accademia diretti da Matthias Pintscher.
È popolarissimo sui social grazie ai video in cui svela segreti di tecnica violinistica ed è a tutti gli effetti uno degli astri nascenti della scena internazionale, con critiche entusiastiche da parte dei giornali di tutto il mondo. Kerson Leong è esploso da poco come fenomeno musicale e si può dire che il suo concerto a Bolzano sia quasi un unicum in Italia, dal momento che la sua prima e unica esibizione sino ad ora è quella di febbraio a Vercelli, per cui la Stampa si è espressa entusiasticamente: “Il pubblico è letteralmente impazzito dall’entusiasmo chiedendo (e ottenendo) ben cinque bis”.
Di origine sinocanadese, Leong ha trionfato nel 2010 all’International Yehudi Menuhin Violin Competition, cominciando a tracciare da allora un percorso che lo ha portato ad imporsi nel panorama musicale per il suo “miscuglio di maestria e spontaneità, eleganza, fantasia ed intensità che rendono il suo suono riconoscibile fin dalla prima nota” (Le Monde).
Il 4 agosto alle 20:30 salirà sul palcoscenico dell’Auditorium con la Mahler Academy Orchestra, una formazione che è garanzia di altissima qualità dal momento che è costituita da alcuni dei migliori studenti delle principali istituzioni europee ed internazionali, selezionati su centinaia di candidature, e meritevoli partecipanti di una delle accademie più prestigiose d’Europa.
Il concerto sinfonico è il culmine del workshop orchestrale che ha visto uno dei più richiesti direttori al mondo, Matthias Pintscher, lavorare con gli studenti e dirigere l’orchestra.
Basta scorrere i più recenti appuntamenti di Pintscher per comprenderne il calibro: tra marzo e aprile è in tournée negli Stati Uniti con il suo Ensemble Intercontemporain, toccando la Carnegie Hall e il New World Centre di Miami; a marzo il debutto come direttore ospite con la Philadelphia Orchestra e la Kansas City Symphony e a febbraio il suo ritorno sul podio dei Berliner Philharmoniker e il debutto con la Staatskapelle Dresden. Insomma, grande compositore e richiestissimo direttore, Pintscher è tra le figure più autorevoli nel campo della musica classica europea ed internazionale e con lui gli studenti della Mahler Academy hanno avuto modo di preparare un programma che entra immediatamente nel vivo del focus di quest’anno: la musica a Parigi nel primo Novecento.
Kerson Leong accompagnato dall’orchestra esegue Tzigane, di Maurice Ravel, scritto nel 1924 per la virtuosa violinista ungherese Jelly d’Arányi, nipote di un violinista famosissimo del secolo precedente, quel Joseph Joachim che era stato protetto di Mendelssohn fino alla sua morte e poi amico e collega di Clara Schumann e Johannes Brahms, che a lui dedicò il suo Concerto per violino e violoncello. Originariamente scritta per violino e pianoforte, a Parigi Tzigane fu eseguita per la prima volta da d’Arányi nella versione orchestrale con l’Orchestre Colonne.
Anche il Boléro ci tuffa a capofitto nel mondo di una Parigi in grande fermento artistico. All’origine della partitura troviamo infatti una richiesta fatta nel 1927 al compositore da parte di Ida Rubinstein, attrice e danzatrice dei Ballets Russes molto popolare all’epoca e il cui carisma fu da stimolo per molti compositori. Fu proprio lei la protagonista della prima esecuzione nel 1928, nei panni di una ballerina gitana danzante sopra un tavolo mentre intorno a lei una folla di danzatori viene progressivamente trascinata nel vortice della danza.
Sempre a Ravel è da ascrivere anche un altro piccolo capolavoro del primo Novecento, ovvero la suite orchestrale Ma Mère l’Oye, inizialmente concepita come una serie di cinque pezzi per pianoforte a quattro mani, ispirati alle illustrazioni di un libro di fiabe per l’infanzia ed effettivamente destinati a dei giovani pianisti. A due anni di distanza dalla stesura, nel 1912, Ravel trascrisse i pezzi per orchestra trasformandoli in una suite per un balletto, a cui aggiunse due ulteriori numeri, ovvero Prélude e Danse du rouet et scène.
Anche Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy ci cala in un atmosfera prettamente parigina, di un paio di decenni precedente, un mondo fatto di poeti e simbolismo di cui il compositore era completamente permeato. Il brano non casualmente prende ispirazione da una poesia di Stephane Mallarmé, di cui ricrea musicalmente l’atmosfera malinconica e allusiva con una struttura musicale che ormai non era più interpretabile secondo gli schemi fino ad allora conosciuti, una logica nuova che sostituisce quella dell’elaborazione tematica.
Una parte importante del programma è invece occupata dal genio di Igor Stravinskij, con quello che è forse il suo pezzo più iconico e celebrato, L’Oiseau de feu, un altro capolavoro che conferma la stretta collaborazione tutta parigina tra l’ambiente della danza e i grandi capolavori musicali. Anche L’Uccello di Fuoco nasce infatti dalla collaborazione tra il compositore russo e il grande impresario Djagilev, ed è anzi la prima opera di Stravinskij nata in seno ai Ballets Russes. La sua prima rappresentazione all’Opera, il 25 giugno 1910, fu accolta da un enorme entusiasmo e sancì l’esplodere del successo di Stravinskij e il decollo della sua importante carriera.
Abbonamenti e biglietti
Gli abbonamenti e biglietti per la lunga estate in musica del Bolzano Festival Bozen sono acquistabili presso le Casse del Teatro Comunale in piazza Verdi 40 a Bolzano (Tel 0471 053800).
Le casse sono aperte secondo i seguenti orari: martedì – venerdì 11–14 e 17–19, sabato 11–14.
I biglietti sono acquistabili online sul sito www.ticket.bz.it e via email scrivendo a info@ticket.bz.it
Foto, Kerson Leong/c-Marco Borggreve