1969-70 Chicchignola Maurizio Scaparro 1969/70 / Archivio Digitale Teatro Stabile di Bolzano 1969-70 Magia rossa fotostudio Pedrotti 1973-74 Il Passatore Piero Casadei, Bologna 1971-72 Giorni Di Lotta Con Di Vittorio
Il Teatro Stabile di Bolzano esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Scaparro, grande uomo di teatro, memoria e artefice della prosa italiana, inventore di spettacoli importanti del Novecento, direttore e luminoso regista del Teatro Stabile di Bolzano dal 1969 al 1975. Cultori e amanti storici del teatro di Bolzano ricordano con ammirazione il suo operato alla direzione dello Stabile che si contraddistinse per le scelte culturali innovative a livello locale e nazionale. Scaparro – che a settembre 2022 ha compiuto 90 anni – fu un convinto sostenitore del teatro come servizio pubblico, nella duplice valenza di osservatorio critico della società e di luogo di aggregazione sociale aperto al dibattito culturale.
A Bolzano Scaparro propose un repertorio in cui gli autori classici e contemporanei partecipavano alla lettura critica della società e si circondò di artisti capaci di scrivere pagine fondamentali nella storia del teatro italiano, come lo scenografo Roberto Francia, gli attori Pino Micol, Mario Scaccia, Laura Adani, Giustino Durano, Gianna Giachetti, Anna Miserocchi, Patrizia Milani, Marina Zanchi e Fernando Pannullo.
Ultima grande personalità di quel gruppo di cui fu capostipite Strehler col Piccolo di Milano, che fece nascere il teatro pubblico e la moderna regia in Italia del secondo Dopoguerra, Scaparro ha firmato spettacoli memorabili, come L’Amleto di Shakespeare prodotto dallo Stabile di Bolzano il Cyrano de Bergerac di Rostand e il Don Chisciotte di Cervantes interpretati da Pino Micol, o Memorie di Adriano di Yourcenar con Giorgio Albertazzi.
«Maurizio Scaparro è stato, dopo Strehler e con il coetaneo Luca Ronconi, uno dei padri del teatro italiano degli ultimi trent’anni del Novecento» afferma Marco Bernardi, suo allievo negli anni Settanta e caro amico, succedutogli alla direzione dello Stabile bolzanino «Ha creduto con forza e passione in un teatro pubblico inteso come servizio, in un’idea di teatro che privilegiasse la parola, l’umanità, la dimensione politica e sociale tanto cara a chi aveva vissuto quegli anni con impegno civile prima ancora che artistico. Era un regista che privilegiava la chiarezza del testo, il ritmo, la recitazione asciutta, pulita ma non naturalistica. Amava la festa e la dimensione popolare del teatro di strada: memorabile il suo Carnevale del Teatro del 1980 alla Biennale di Venezia. Erano previste alcune migliaia di persone ma ne arrivarono duecentomila che invasero il labirinto veneziano con un’energia straordinaria carica di gioia. Sono felice di essere stato suo allievo per sette anni, amico e collaboratore per cinquanta. Lo ricordo come un maestro intelligente, generoso e dalla simpatia travolgente!»
Figura centrale del teatro italiano, dopo il Teatro Stabile di Bolzano diresse a più riprese il Festival Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia. Artista acuto e profondo e comunicatore coinvolgente e carismatico, è stato l’ideatore del Carnevale del Teatro a Venezia, manifestazione diventata un punto di riferimento nazionale e internazionale. Lavorò al fianco di Giorgio Strehler come directeur adjoint del Théâtre de l’Europe, ricoprì l’incarico di direttore del Teatro di Roma, divenne commissario straordinario dell’Ente Teatrale Italiano, direttore dell’Olimpico di Vicenza, direttore del Teatro Eliseo di Roma, senza dimenticare a Parigi la direzione del ”Théâtre des Italiens”. Tra le regie più recenti ricordiamo quella degli spettacoli Excelsior e Le mille e una notte con Massimo Ranieri, Turandot per il Festival Puccini a Torre del Lago, La coscienza di Zeno con Giuseppe Pambieri. È di pochi mesi fa il suo ritorno alla regia con Il re muore di Eugène Ionesco.