Qualcuno ricorderà il suo appello a tutti i libertari, l’estate scorsa, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave deriva della democrazia (il nostro servizio: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/08/esclusivo-in-punta-di-diritto-lillustre-giurista-paolo-sceusa-lancia-un-appello-contro-la-deriva-democratica/), ottenuta mediante la totale violazione del patto di lealtà tra il potere e i cittadini. Altri lo ricordano per l’impegno profuso nella promozione del referendum contro il Green Pass e per essere stato l’ideatore della “Marcia delle Libertà”. Ora il giurista Paolo Sceusa scende nuovamente in campo lanciando una nuova iniziativa: “Artisti in marcia”. Ex magistrato, presidente emerito di sezione della Cassazione, direttore e docente presso la Scuola Superiore di Diritto e Protezione dei Minori, già Presidente del Tribunale per i minorenni di Trieste e di Trento, avvocato e consigliere giuridico presso la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, nonché esperto formatore e consulente di riviste giuridiche, il professor Sceusa non ha mai smesso di richiamare l’attenzione sul rispetto dei diritti inderogabili dell’uomo, purtroppo ripetutamente calpestati negli ultimi 30 mesi, come pure sull’insensatezza dei provvedimenti adottati per contrastare il virus. È sufficiente pensare che, dopo due anni e mezzo di chiusure a singhiozzo, Green Pass, Super Green Pass, obblighi vaccinali (la pena, per chi non si sottoponeva all’inoculazione, di cui non sono ancora noti tutti gli effetti avversi, era la condanna a morte per fame), quasi 5 miliardi di vaccinati nel mondo (per un totale di oltre 12 miliardi di dosi somministrate, di cui circa 140 milioni in Italia), attualmente più di un Italiano su sessanta è posto in isolamento in quanto positivo e, di conseguenza, non lavora e/o non produce e/o non consuma. Sarebbe questa la “nuova normalità”? Come se non bastasse, le Cassandre del virus hanno già predetto, attraverso il consueto battage comunicativo asfissiante e a senso unico, sciagure immani in autunno, “necessarie” per attuare nuovi lockdown, unitamente all’ennesimo richiamo vaccinale. Questo sebbene qualsiasi uomo di buonsenso sia ormai giunto alla conclusione che l’obiettivo del “contagio zero” è un’utopia e che, invece, l’unico sistema per contrastare la malattia è curare i malati, potenziando la medicina territoriale e la sanità in generale. La disastrosa e fallimentare gestione della pandemia (sotto tutti i punti di vista), con il conseguente mancato rispetto della dignità umana, ha indotto il docente a promuovere “Artisti in marcia” (il sito ufficiale: https://www.artistinmarcia.it/): “Durante la “Marcia delle Libertà” (svoltasi lo scorso inverno, ndr) ho conosciuto tantissimi artisti di talento. In quel periodo ho maturato l’idea di portare l’arte presso le strutture che ci avevano offerto ospitalità nel nostro percorso. È anche un modo per ringraziare chi ci ha accolto”. Fra l’altro il settore dello spettacolo è stato tra i più colpiti negli ultimi due anni e mezzo. “Diamo la possibilità agli artisti di ritrovare il palco. L’Italia pullula di scrittori, poeti, scultori, cantanti, musicisti, artisti di strada di altissimo livello, che sono stati dimenticati”, ha affermato il giurista. Com’è nato il concetto della marcia? “La marcia crea una rete interpersonale di contatti. Ci sono coloro che inviano messaggi di cuoricini dal loro comodo divano, in attesa che qualcuno li salvi e poi ci sono quelli che decidono di prendere in mano la loro vita”. Partita da Venezia, la “Marcia delle Libertà” avrebbe dovuto concludersi a Roma: “Giunto a Firenze mi resi conto che non avrebbe avuto senso proseguire. Non volevo che l’iniziativa mi venisse cucita addosso o che morisse con me, perciò decisi di fermarmi ad Assisi, luogo di pace e profonda spiritualità. L’aver lasciato la guida della marcia si è rivelata la scelta migliore. Oggi, infatti, le marce sorgono spontaneamente: l’obiettivo è unire le persone che condividono gli stessi valori e che desiderano compiere un salto evolutivo, di crescita personale. La marcia è un’attività svolta in prima persona: non la puoi delegare, la fatica è del singolo”. La nuova iniziativa coinvolgerà artisti di ogni dove: le loro performances avranno luogo su suolo privato, con le modalità concordate con le strutture ospitanti. Che si tratti di un giardino o di una terrazza poco importa. Ovviamente l’affluenza del pubblico sarà regolata sulla base del singolo evento. “I partecipanti comporranno da soli il loro bouquet artistico. Il calendario degli eventi è in continuo aggiornamento -precisa il professor Sceusa- e non è prevista una data di chiusura. Si proseguirà ad oltranza”. Il docente è impegnato su più fronti: “Lavoro e collaboro con avvocati ed altri esperti. Sono stato inoltre tra i fondatori, insieme al professor Ugo Mattei, del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale)”. Il fine ultimo del professor Sceusa è la nascita di una nuova Assemblea Costituente, che ponga l’individuo al centro e metta fine alle gravissime discriminazioni subite dai cittadini, durante il delirio pandemico. Tuttavia numerose persone si pongono la domanda: “Cosa accadrà in autunno? Verremo privati ancora della libertà personale?”. C’è chi teme chiusure e razionamenti, chi altri ricatti e l’ennesima, obbligatoria dose “risolutiva” (a cui seguirà un’altra più “efficace e sicura” e poi un’altra ancora, perché l’emergenza non deve finire). La risposta del professore: “Se “loro” ne inventeranno 100, noi ne inventeremo 1000. Attenzione, comunque: stiamo assistendo al crollo del gradimento politico nei confronti di chi ci governa. Ma noi proseguiremo, sempre in marcia”. L’evento “zero” di “Artisti in marcia” si svolgerà proprio durante il weekend, a Rive d’Arcano (in provincia di Udine), dalle 9 alle 22.