Inammissibile l’attesa di oltre 9 mesi per la valutazione dell’erogazione assegno di cura agli anziani

“Le persone non autosufficienti sono particolarmente colpite dalla pandemia. Attese per la valutazione di oltre 9 mesi sono inammissibili e incidono pesantemente sul diritto ad avere un sostegno in caso di gravi infermità”. Lo affermano in una nota congiunta i sindacati dei pensionati di Cgil/Agb, SgbCisl e Uil/Sgk.
I sindacati ribadiscono come la valutazione sia il primo atto per l’erogazione del sussidio, spesso indispensabile alla persona interessata o alla sua famiglia per garantire la gestione quotidiana della vita. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone anziane che hanno una pensione che non consente di pagare di tasca propria i servizi necessari, come ad esempio una badante.
Per i sindacati, particolare attenzione va posta alle 1.387 domande di prima valutazione, oltre alle 1.000 domande di riclassificazione, perché a queste persone manca anche un minimo di certezza su un possibile esito. Tra le criticità il fatto che, anche se le persone in caso di esito positivo ricevono i soldi dalla data della richiesta, rimane l’incertezza per un periodo troppo lungo. “Le famiglie e i soggetti interessati devono poter fare i conti su quanto possono anticipare e su quanto riceveranno come rimborso. Questo vale sempre di più in questa fase critica per il portafoglio dei cittadini”, specificano i segretari Alfred Ebner (Cgil/Agb), Anna Rita Montemaggiore (CislSgb) e Danilo Tomasini (Uil-Sgk).
Secondo i sindacati, la mancata valutazione non agevola inoltre l’amissione delle persone non autosufficienti alle case di riposo, che è legata al bisogno di cure dell’individuo interessato.
Senza un aumento del numero dei nuclei di valutazione difficilmente si potrà smaltire l’arretrato in tempi ragionevoli. Infine, per quanto riguarda la semplificazione delle procedure i sindacati dei pensionati auspicano un confronto, anche per riuscire poi a fornire ai cittadini la necessaria informazione.