L’edizione 2022 di Opera festival della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento si conclude venerdì 25 e sabato 26 marzo al Teatro Comunale di Bolzano (ore 20) con Powder Her Face del compositore britannico Thomas Adès, su libretto di Philip Hensher. L’opera, in due atti, racconta la storia “a luci rosse” di Margaret Campbell, Duchessa di Argyll, balzata alle cronache degli anni Sessanta per via dei suoi comportamenti sessuali, poco consoni alle regole dell’alta società dell’epoca, e diventata un caso mediatico.
A Bolzano, Powder Her Face viene presentata nell’allestimento, in prima italiana, della Nouvel Opéra Fribourg. Regia di Julien Chavaz. Scene di Anneliese Neudecker. Costumi di Severine Besson. Lighting design Eloi Gianini. Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Timothy Redmond. Interpreti: Sophie Marilley (La Duchessa), Timur (L’elettricista, Il gigolò, Il cameriere, Il ficcanaso, Il fattorino), Alison Scherzer (La cameriera, L’amica, L’amante del Duca, La ficcanaso, La giornalista di cronaca rosa), Graeme Danby (Il direttore dell’hotel, Il Duca, L’addetto alla lavanderia, Un ospite dell’hotel).
Le due rappresentazioni saranno precedute alle ore 19 (Foyer del Teatro Comunale) dai consueti appuntamenti introduttivi, con la partecipazione di Timothy Redmond e Julien Chavaz. Modera Daniela Veronesi, docente della Libera Università di Bolzano.
Originariamente commissionata dall’Almeida Opera di Islington per il Cheltenham Music Festival del luglio 1995, Powder Her Face (letteralmente in italiano Incipriale il viso) è un’opera da camera per quindici strumentisti che assume, oggi, i contorni di una graffiante satira sociale sull’amoralità, sulla decadenza della borghesia. Con le sue tessiture strumentali dai ritmi complessi, una voce virtuosistica assai fantasiosa e rimandi allo swing e al tango, la musica di Thomas Adés contestualizza temporalmente avvenimenti storici e di costume che si riversano inevitabilmente nell’attualità: il voyeurismo mediatico non sembra, infatti, passato di moda.
Powder Her Face, scritta nemmeno due anni dopo la morte della Duchessa, ripercorre la vicenda di Ethel Margaret Whigham (1912–1993), sposata in seconde nozze con Ian Douglas Campbell, 11° Duca di Argyll al suo terzo matrimonio, e quindi diventata Duchessa di Argyll o ancora, per usare il termine di dubbio gusto coniato dalla stampa britannica, “the dirty duchess”. Lo scandalo che la vide protagonista risale al 1963, lo stesso anno in cui emerse il famoso “affare Profumo”, e culminò in un processo dove venne condannata per adulterio e atti osceni, scatenando i pruriti dei tabloid britannici di fronte a scatti fotografici in formato polaroid di un blowjob e a un numero di amanti, pare almeno 88, considerato inaccettabile dagli ambienti della ricca borghesia inglese. La storia della Duchessa di Argyll si può però oggi leggere anche in altro modo, come una ribellione ai luoghi comuni e ai cliché della buona società dell’epoca: una donna controcorrente, libera dai tabù, si potrebbe quindi definire Margaret Campbell. Resta il fatto che il declino della Duchessa di Argyll, d’immagine ma anche e soprattutto economico, fu inevitabile. Una donna sicuramente fuori dagli schemi, la cui figura si ricollega ad altre forti personalità femminili rappresentate in opere proposte dalla Fondazione Haydn, come La voix humaine, Lulu e La Wally.
Thomas Adès
Nato a Londra nel 1971, compositore, pianista e direttore d’orchestra, ha computo gli studi alla Guildhall School of Music & Drama e al King’s College di Cambridge. Successivamente ha rivestito la carica di direttore artistico del Birmingham Contemporary Music Group ed è diventato di composizione alla Royal Academy of Music: ha composto opere, pezzi sinfonici e per organici da camera. Tra le sue composizioni spiccano le opere Powder her face (1995), The Tempest (2004) e The Exterminating Angel (2016), adattamento dell’omonimo film surrealista di Luis Bunuel, e diverse pagine orchestrali, Asyla (1997), Tevot (2007) e In Seven Days (2008). Nel 2007 il Barbican Arts Centre di Londra gli ha dedicato una retrospettiva, mentre nel 2009 è stato al centro dell’annuale festival dei compositori organizzato dall’Orchestra Filarmonica di Stoccolma. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il Grawemeyer Award nel 2000.
Foto/© MAGALI DOUGADOS