La commissione parlamentare d’inchiesta, che avrebbe dovuto indagare sulla gestione della pandemia di Covid-19, è stata “mutilata”. Gli emendamenti presentati da alcuni deputati nelle commissioni affari esteri e affari sociali, approvati all’unanimità nei giorni scorsi (con la sola opposizione di Fratelli d’Italia), hanno completamente stravolto l’obiettivo della commissione e non consentiranno di fare luce sulle responsabilità politiche del Governo italiano. L’emendamento che limita l’attività della commissione d’inchiesta al periodo antecedente al 30 gennaio 2020 (cioè fino al giorno prima che venisse proclamato lo stato d’emergenza) è stato presentato dalla deputata bergamasca del Partito Democratico, Elena Carnevali, unitamente ai suoi compagni di partito Lia Quartapelle, Vito De Filippo, Paolo Siani, Giuditta Pini, Luca Rizzo Nervo, Stefano Lepri, dalla pentastellata Gilda Sportiello e dal deputato di Leu, Erasmo Palazzotto. Un altro emendamento, che prevede il limite dell’attività di indagine ai Paesi “in cui il virus si è manifestato inizialmente”, è stato invece proposto dal deputato bergamasco della Lega, Alberto Ribolla, insieme ai compagni di partito Eugenio Zoffili, Massimiliano Panizzut, Simone Billi, Rossana Boldi, Fabrizio Cecchetti, Guido De Martini, Dimitri Coin, Sara Foscolo, Vito Comencini, Arianna Lazzarini, Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea, Giuseppe Paolin, Guglielmo Picchi, Mauro Sutto, Paolo Tiramani, Silvana Snider e Federica Zanella. La commissione potrà quindi occuparsi esclusivamente di ciò che è accaduto prima che scoppiasse l’emergenza nel nostro Paese e, in ogni caso, solo di quello che è successo fuori dai confini italiani (documento ufficiale in calce). In poche parole: la politica ha deciso, in merito alla gestione della pandemia, di lavarsene letteralmente le mani. Per i familiari delle vittime si tratta di una vera e propria umiliazione, in quanto la commissione non accerterà responsabilità di alcun tipo: non verrà mai fatta chiarezza sul mancato aggiornamento del piano pandemico, sui rapporti con l’Oms, sulle strategie adottate per contenere la diffusione del virus, nonché sulle varie opzioni terapeutiche. L’ex ricercatore dell’Oms, Francesco Zambon, è furioso. Il coraggioso medico trevigiano, che si dimise dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dopo aver denunciato pubblicamente il ritiro del report, in cui il mancato aggiornamento del piano pandemico italiano veniva messo in luce (i nostri servizi: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/05/esclusivo-il-caso-del-piano-pandemico-il-ricercatore-francesco-zambon-vi-spiego-perche-loms-deve-cambiare/ ; https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/05/il-caso-del-piano-pandemico-transparency-international-tutelare-il-dottor-zambon-e-garantire-piu-trasparenza-nelle-agenzie-onu/ ; https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/06/esclusivo-piano-pandemico-il-dottor-zambon-ai-pm-di-bergamo-il-mio-dossier-di-1532-pagine/), invita i parlamentari promotori degli emendamenti e quelli che li hanno approvati a chiedersi per chi occupano quelle poltrone. Il dottore non usa mezzi termini e definisce la decisione parlamentare di inaudita gravità: “Stiamo attraversando una profonda crisi della democrazia. I parlamentari che hanno proposto e poi approvato questi emendamenti non rappresentano i cittadini che li hanno votati. I cittadini vogliono chiarezza. Si era trovato un modo per farla e, invece, sperando magari che nessuno se ne accorgesse, si sono fatte modifiche che snaturano completamente la commissione rendendola del tutto inutile. Quindi di chi portano avanti gli interessi? Dei cittadini o invece i loro propri? Sono inoltre sconcertato del fatto che alcuni di coloro che hanno presentato gli emendamenti sono originari della bergamasca, la zona che ha patito di più gli effetti del Covid. Gli Italiani vogliono sapere perché una pandemia si è trasformata in una catastrofe e se ci sono responsabilità istituzionali e individuali. I cittadini vogliono la verità. Quello che è successo in Parlamento invece è un tentativo di nasconderla, ancora una volta. Gravissimo che tutte le maggiori forze politiche della maggioranza si siano prestate al gioco”. Francesco Zambon rivolge parole dure anche nei confronti della stampa: “La notizia è passata sotto silenzio. Il mainstream ovvero le testate nazionali più importanti e le tv non hanno fatto nemmeno un servizio sul tema. Esiste ancora la libertà di stampa? Siamo ancora un Paese democratico? Perché ai cittadini non vengono dati neppure gli strumenti per informarsi?”. La proposta di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta, che risaliva addirittura al 28 maggio 2020, portava la firma dei deputati Formentini, Billi, Comencini, Di San Martino di Lorenzato di Ivrea, Grimoldi, Picchi, Ribolla, Zoffili. Quattordici mesi dopo, però, il Parlamento ha affibbiato un pugno nello stomaco micidiale ai parenti dei deceduti e, in linea generale, a tutti coloro che hanno sofferto per il Covid. “Qualcuno ha voluto coprire le responsabilità dell’Oms e del Governo, nonostante la corposa inchiesta in corso da parte della Procura di Bergamo”, tuona il dottor Zambon, che aggiunge: “Stiamo assistendo a una presa in giro dei cittadini, i quali stanno subendo pure l’assoggettamento dei giornalisti ai poteri forti. La gente è stremata ed arrabbiata, lo vedo ora che ho la possibilità di incontrare tantissime persone alle presentazioni del mio libro (“Il pesce piccolo. Una storia di virus e segreti”, edito da Feltrinelli, ndr). Non c’è serata in cui manchi la domanda: “Ma abbiamo imparato qualcosa?”. La gente è terrorizzata di ricadere nello stesso baratro e l’unico modo per non caderci nuovamente è capire perché ci siamo caduti la prima volta”. Il ricercatore lancia infine un appello ai presidenti Draghi e Mattarella: “Sono a conoscenza degli emendamenti approvati negli ultimi giorni? Questa commissione d’inchiesta così mutilata è perfettamente inutile. Sono certo che le più alte cariche dello Stato abbiano lo stesso sentimento dei cittadini. Questa non deve essere una caccia al colpevole ma, piuttosto, un’opportunità per capire, ammettere, correggere ed essere meglio preparati. Non si tratta di una questione meramente politica. Si tratta di guardare al passato per costruire un futuro più solido”.
Foto, Francesco Zambon/c-fonte SkyNews