Coronavirus. In Svezia sì alle regole, no alle imposizioni

Cercando Check-In Travel sulle pagine bianche leggiamo che si tratta di un’agenzia di viaggi di Merano che nasce da viaggiatori per i viaggiatori. L’iniziativa getta le sue fondamenta proprio sul concetto di voler rendere l’esperienza del viaggio un’emozione unica e indimenticabile. Abbiamo contattato il titolare dell’agenzia che ha sede in piazza Teatro, Francesco Pistis, un simpatico imprenditore che in piena pandemia è reduce da un viaggio in Svezia. Pistis ci ha raccontato la sua interessante esperienza di viaggio nel Paese scandinavo.
Di fronte alla nostra curiosità di sapere come i cittadini svedesi convivano con il Coronavirus, Francesco rivela che la prima cosa che lo ha sorpreso al suo arrivo nell’aeroporto della capitale era vedere la gente senza mascherina. Poi nei centri abitati, non solo per strada, ma anche nei locali. In Svezia i locali pubblici chiudono da circa tre settimane alle 20:30 di sera e non è prescritto l’uso della mascherina. Invece si rispetta la distanza della sicurezza, anche di due metri – racconta Francesco Pistis. In quella Monarchia parlamentare non è mai stato imposto alcun lockdown, mai una chiusura fin dall’inizio di questa situazione. Eppure è arrivata anche lì la variante inglese. Il Governo ha consigliato, non imposto, la mascherina sui mezzi pubblici nelle grandi città come Stoccolma o Luleå, spiega Pistis. È interessante che in Svezia dopo le 20:00 non si servano nei locali pubblici più alcolici. Guardando i numeri dei decessi – evidenzia Pistis – la Svezia ha avuto un’incidenza più bassa rispetto ad altri Paesi europei. È vero tuttavia che la densità della popolazione è inferiore rispetto ad altre zone, come in Italia.
In ogni caso la convinzione che non si possa viaggiare in periodo di pandemia non corrisponde alla realtà. Per farlo bisogna rispettare le norme sanitarie previste dai vari Stati, come sottoporsi ai tamponi. Alla precisa domanda se torneremo a fare turismo in estate, Francesco Pistis è convinto che nella prossima estate ci concentreremo su un turismo incentrato sull’Europa. Sarà dura fare grande turismo al di fuori del vecchio continente – esclama. In ogni caso l’introduzione del passaporto sanitario potrebbe agevolare non poco la futura circolazione turistica.

Foto, Francesco Pistis