Covid-19, ascoltare gli scienziati con criterio e spirito critico

Nelle ultime 24 ore in Alto Adige sono stati riscontrati 712 casi positivi al Covid – 19 a fronte di 2.961 tamponi. Da settimane gli esperti, i medici e politici ci richiamano all’ordine, a rispettare le misure previste. Da qualche giorno, ancora prima che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmasse il suo ultimo Decreto presidenziale, il Landeshauptmann Kompatscher ha firmato un’ordinanza con la quale ha fissato diverse zone rosse anticipando quanto stabilito da Roma. Questo, nonostante secondo i criteri stabiliti nella capitale l’Alto Adige è zona gialla. Niente paura, al Sudtirolo ci pensiamo noi, pertanto nessun passo indietro, anzi si va avanti. Da quanto si apprende dalle parole dell’assessore provinciale alla sanità Thomas Widmann tra pochi giorni la metà dei comuni altoatesini potrebbe essere classificata come “zona rossa”. Che le visioni non siano sempre molto lineari, lo abbiamo notato anche in un’altra situazione inerente al Coronavirus. Quanti virologi, epidemiologi, infettivologi, immunologi, persino matematici e fisici sono intervenuti svariate volte sui media per interpretare il fenomeno Coronavirus? Difficile contarli tutti! Più di uno ha chiesto una linearità nell’esposizione dei concetti. Alquanto impossibile, trattandosi, sia di discipline differenti, che approcci diversi. Un immunologo non è un infettivologo e un virologo non è un epidemiologo, per quanto si tenda di fare di tutte le erbe un fascio. Non parliamo dei matematici e fisici che affrontano la questione da un punto di vista assolutamente non medico. È comprensibile la difficoltà dei giornalisti di mediare quanto gli scienziati dicono. Affermare che la scienza sia la verità assoluta è alquanto azzardato e il Covid lo dimostra ogni giorno. Ci sono dei limiti e l’uomo è chiamato ad accettarli con saggezza considerando le parole degli “esperti” cum grano salis. È bene ascoltare, meditare, trarre le dovute conclusioni ed essere coerenti.