Bolzano. Bar Mattei, sintomatico di una preoccupante situazione diffusa in città

Dal febbraio scorso ormai l’Italia vive nell’incubo del Covid 19. Tra zone rosse, arancioni e decreti volti a tutelare l’intera nazione, interpretazioni ministeriali, inasprimenti su base comunale, etc., forse dal 4 maggio prossimo entreremo nella tanto acclamata “fase due”, o periodo di convivenza con il coronavirus. Per ora sembrano solo indiscrezioni giornalistiche, ma gli italiani sperano di poter tornare a lavorare.
Il settore che è stato particolarmente colpito dalla prolungata chiusura imposta dal Governo, è quello della gastronomia. Considerando le possibile misure di sicurezza previste dall’Esecutivo per tali attività, non è detto che i numerosi gestori di bar, caffetterie, ristoranti, trattorie etc. possano tornare dov’erano.
Abbiamo sentito Roberta Mattei, nota gestrice del Caffè Mattei nel centro di Bolzano, la quale si mostra molto perplessa e preoccupata per la situazione. «Ad oggi non abbiamo avuto ancora alcuna indicazione. Temo che andrà a finire come allora, quando dalla sera al mattino ci fu imposto di chiudere il bar», afferma con amarezza Mattei, sottolineando che alle sue dipendenti non sono arrivati ancora i soldi della cassa integrazione. «Le misure di distanziamento di cui si sta parlando, non sono praticabili. Inoltre ho letto di sistemi di sanificazione. Sono costi consistenti! Lo Stato dovrebbe farsi carico degli incassi perduiti e annullare tutte le imposte per dodici mesi. Gli imprenditori hanno bisogno di respiro per potrersi riprendere e non di prestiti.»
Mattei pone l’accento anche sull‘eccessiva burocrazia legata agli eventuali piccoli aiuti messi in campo dallo Stato e dalla Provincia.
Ringraziando l’amministrazione comunale per aver agevolato i gestori di esercizi pubblici per quanto concerne la tassa d’occupazione di suolo pubblico, Roberta guarda oltre e fa sapere che in futuro il „Mattei“ sarà anche all’insegna del “take away”. Non solo caffè, ma anche spremute, centrifughe fresche, frappe, frullati e tanto altro.

Foto, Roberta Mattei.