Negli ultimi tempi si sono verificati diversi episodi di sospetta discriminazione in base al colore della pelle, o alle origini, o al genere e all’orientamento sessuale delle persone colpite.
Il più recente ha interessato un bolzanino di origine tunisina, funzionario di banca e capitano della squadra di calcio del Neugries, cui è stato impedito di entrare in una discoteca mentre sono stati lasciati entrare i suoi amici dalla pelle bianca.
Prendendo spunto da questo fatto sui quali i media hanno rivolto l’attenzione, 27 associazioni impegnate nel contrasto del razzismo e per la convivenza civile, hanno chiesto al Presidente del Consiglio provinciale l’avvio dell’iter per l’istituzione del “Centro di tutela contro le discriminazioni”.
Richiesta peraltro non nuova, che risale al 2014 e che si rifa ad una legge del 28 ottobre 2011. Tuttavia nessuno dei tre presidenti del Consiglio che si sono succeduti – da Thomas Widmann, a Roberto Bizzo, a Sepp Noggler e relativi Uffici di presidenza, questi gli organi competenti cui spetta l’iniziativa, hanno finora dato attuazione alla istituzione del Centro. La denuncia è del Gruppo Verde del Consiglio provinciale (Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Hanspeter Staffler) che ripercorre la storia di questa istituzione rimasta finora sulla carta.
Il 10 ottobre 2014 fu approvato il Disegno di Legge provinciale n. 19/14: “Modifiche di leggi provinciali in materia di edilizia abitativa agevolata, integrazione, parificazione, servizi sociali, invalidi civili, sanità, famiglia e sudtirolesi nel mondo”. Tale Disegno di Legge (una sorta di “Omnibus sociale”) prevedeva un nuovo articolo ad una legge del 2011, intitolato appunto: “Centro di tutela contro le discriminazioni”. Esso prefigurava uno degli istituti fondamentali della politica provinciale non solo sull’integrazione delle persone immigrate, ma in generale per il contrasto di ogni tipo di discriminazione “fondata su razza, colore della pelle od origine etnica, genere, orientamento sessuale, disabilità, lingua, religione, nazionalità o appartenenza ad una minoranza nazionale” (comma 1, art. 5).
Approvata, la legge fu pubblicata sul Bollettino Ufficiale del 28 ottobre 2014 e da allora è in vigore.
La legge prevede l’istituzione del “Centro di tutela contro le discriminazioni” presso il Consiglio provinciale. Il primo atto previsto è la nomina della persona responsabile. Nel testo della leggesi apprende che “Le modalità di designazione della persona responsabile del Centro di tutela sono stabilite con la procedura di cui all’articolo 18, comma 2, lettera ), del regolamento interno del Consiglio provinciale.”
Ma finora il “Centro di tutela” è rimasto sulla carta e i 5 anni trascorsi sono stati impiegati in verifiche e consultazioni con le diverse “difese” istituite presso il Consiglio provinciale e con la Giunta provinciale. Tale Centro, scrivono i Verdi, appare oggi “un oggetto la cui natura e configurazione pare debba essere ancora tutta da definire”. Al contrario, invece, gli aspetti fondamentali sarebbero pienamente esplicitati e pertanto i Verdi propongono al Presidente del Consiglio provinciale la seguente interrogazione.
“Intende il Presidente assumere un preciso impegno e quindi dichiarare entro quali tempi, e se sì entro quale data, intende dare attuazione all’articolo 5 della legge provinciale del 28 ottobre 2011, n. 12, “Integrazione delle cittadine e dei cittadini stranieri”, circa la nomina della persona responsabile del Centro di Tutela antidiscriminazioni presso il Consiglio provinciale? “
Inoltre, al punto 2 si legge se “Intende il Presidente fissare un preciso calendario operativo, e se sì qual è, per arrivare entro la scadenza di cui alla domanda precedente alla nomina della persona responsabile del “Centro di Tutela”, in modo che stavolta la legge venga finalmente attuata?
In foto, Gruppo Verde Bolzano