Maturità: Caproni al quadrato delle ruote fashion

L’esame di maturità scollina, dopo i primi giorni di scritti un piccolo bilancio è rigoroso redigerlo. Per comodità prenderemo i tue temi balzati alle cronache, le traccia (rigorosamente con i….) d’ italiano con protagonista Caproni (non “quello” degli aerei) e il quesito di matematica dello scientifico ormai noto per artistica bizzarria d’immaginare un mezzo di locomozione a ruota quadrata. L’ Italia negli esami è particolare. Prendiamo la patente di guida: tra autocaravan (camper), caravan (roulotte) ed altre amenità di natura linguistica e viene meno il concetto chiave: saper guidare. Il paradigma è applicato anche a test di concorsi (scaricatene qualcuno e capirete…), d’ ammissione universitaria ed altro, la maturità non poteva venir meno. Pronti via e già una “i” di troppo imbarazza il ministro (ministra per le amiche) che in intervista sguaina un sorriso pare, quasi più imbarazzante della questione laurea. Ma il Miur ha voluto esser “moderno”, forse troppo, qualcuno delle commissioni che creano i test di maturità, affascinato dalla bicicletta a ruote quadrate di New York ha pensato bene di mandar in confusione i poveri studenti. Il solo pensiero d’una ruota quadrata stride, inoltre per far reggere la bislacca immagine il problemino ha dovuto esser caricato di complessità. Dal Cnr dicono “Sì, avrebbe messo in difficoltà anche studenti di fisica e matematica”. Ma l’arte è moda e la moda modernità dell’apparire, l’importante è partorire un problema “fashion” non completamente in linea ai reali programmi. Ma se la matematica ha scompigliato le menti scientifiche, l’italiano ha fatto aprire i cassetti più remoti delle credenze di nonna. Caproni, un nome un perché per chi cerca facile ironia, un genio italiano per antonomasia, personaggio che rivoluzionò l’aeronautica. Nonni e bisnonni l’aereo “Caproni” lo avevano presentissimo. Ma il Caproni citato è un poeta, anche bravo, ma sconosciuto ai più. Livornese, traduttore. Ai Tg sottolineata l’amicizia con Pasolini, una sorta di “patente culturale”, si sa in Italia anche l’amicizia fa curriculum, fortuna non fu amico di D’ Annunzio, o damnatio memoriae. Per il resto buio assoluto. Nulla togliere al Caproni poeta, ma il panorama italiano offre talmente tanto che la scelta lascia basiti. Al Classico (che qualcuno vorrebbe abolire) è uscito Seneca in latino, se non l’altro il filosofo d’origine iberica è conosciuto, mal che vada lo si associa a Nerone, anche se in questo caso essendo una versione di latino conta poco. L’ Italia è un paese strano, pretende che i propri ragazzi conoscano e s’inventino soluzioni particolari ma sembra non volerli mettere in condizione competitiva. Maturità a parte, cosa non funziona?  La nostra scuola paga il passaggio tra sistema gentiliano (che ci siamo portati dietro fino al 1999) ed il salto nel buio di un sistema non definito, lassista a tratti, caotico e purtroppo spesso poco severo ma ingiusto. Sistema che non sa più valorizzare chi il paese se lo è preso sulla spalle e che ha perso quella capacità d’umanizzare le scienze, quella facoltà tutta italiana di considerare le materie scientifiche alla stregua della letteratura. Un sistema naturale che ci ha dato Leonardo, Petrarca, Dante, Galileo, fior di matematici e spinto la nostra genialità al massimo. Gentile e Croce, con modalità diverse crearono processi in grado d’incanalare questo modus operandi. La scuola gentiliana era rigida e selettiva, ma con le opportune correzione post guerra trovò equilibrio. Grazie anche a personaggi come Don Milani si portò sensibilità, anche nell’ inclusione delle persone disabili. L’Italia in questo settore fu la prima al mondo a muovere passi. Il patrimonio artistico e culturale fanno il resto. L’ Italia poi possiede scuole come il Classico (invenzione nostra…) che allenano menti. La classe politica è spesso passata per classico, magistrale o scientifico, tutta gente che sapeva il fatto proprio. Nel contempo le scuole tecniche sfornavano personale qualificato (non per nulla gli inglesi vennero a vedere cosa s’insegnava alle ragionerie ed alle geometri, rimanendo impressionati). Anche le professionali si difendevano bene. L’impianto gentiliano resse (ed in parte regge tutt’ora) perché nessuno dopo di lui propose di meglio. Il fulcro è quello, molto costruito intorno. Arriviamo all’oggi. Una scuola superiore piena d’indirizzi, spesso “copia e incolla”, alternanze e stage portate all’ennesima potenza, quando invece il ragazzo dovrebbe meditare nell’otium latino (riflessione si badi) e leggere. Latino scomparso, non serve dicono i “nuovi pedagogisti”, in realtà un docente d’italiano senza latino sarà sempre un gradino sotto. L’italiano è lingua nobile ed antica, etimologica, il latino vive in lei, eliminarlo è uccidere la nostra lingua dalle basi. Le materie scientifiche pagano un dazio enorme. Non amate da Gentile non hanno saputo trovar grande evoluzione didattica. Il paese di Leonardo che ha difficoltà in matematica? Ossimoro. Il paese di Fermi che stenta in fisica? Assurdo. Ma i nostri ragazzi sono italiani e questo sistema scolastico non ben definito, stantio, pseudo buonista lo frequentano, metabolizzano e molto spesso diventato ricercatori sul mercato mondiale in settori d’alta specializzazione. Esce la genialità che ci contraddistingue dal Rinascimento, che a molti sta sul gozzo ma che ha prodotto capolavori come la Cappella Sistina. Non c’ è tema di maturità che tenga, la genialità è come l’acqua, una via di fuga la trova sempre. Del resto è significativo che l’ingegner Caproni fosse stato ricevuto dal presidente Truman in persona e rimase di stucco quando vide nel gabinetto presidenziale il proprio ritratto accanto a quello di Wright, con tanto di frase in onore “ai geni dell’aeronautica”. Ma del resto nessuno è profeta in patria, soprattutto in Italia, soprattutto in periodi di biciclette con ruote quadrate, inutili quanto fashion, fortuna che i nostri ragazzi possiedono il DNA culturalmente poliedrico di Leonardo.