Bolzano, la Cassazione accoglie il ricorso di Pietro Calò

Difetto di giurisdizione, niente obbligo di risarcimento per l’ex Amministratore Delegato dell’AE.

 “Sono sollevato dopo sette anni di calvario per come la positiva conclusione del processo inerente alla sponsorizzazione dei mondiali giovanili di atletica del 2009” dice Pietro Calò da noi sentito in merito alla sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso dell’ex amministratore delegato dell’AE (ora confluita in Alperia) circa la la contestazione promossa dalla Corte dei Conti contro di lui in cui gli si chiedeva un risarcimento di 140.000 €. Secondo i magistrati dell’Alta Corte sussiste un difetto di giurisdizione. I due ex sindaci di Bolzano e Merano, Luigi Spagnolli e Günther Januth dovranno risarcire 30.000 euro ciascuno.

La storia risale al 2009 quando l’ingegner Pietro Calò, allora amministratore delegato dell’Azienda Energetica S.p.A. ravvisò l’opportunità di sponsorizzare i campionati mondiali giovanili di atletica leggera che si svolgevano a Bressanone. Si trattava della manifestazione sportiva più importante mai organizzata in Alto Adige. L’importo della sponsorizzazione ammontava a 200.000 €. Sorsero subito forti contestazioni all’interno dell’Azienda, cui seguì un esposto alla Corte dei Conti. L’amministratore Pietro Calò ritenendo si trattasse di una sua delega specifica proseguì nell’operazione informando i sindaci di Bolzano e Merano, soci di Azienda Energetica, ottenendo il consenso dell’Azienda. La sponsorizzazione in termini industriali produsse enormemente positivo per le casse dell’Azienda, ricorda Pietro Calò.

La Corte dei Conti avviò un procedimento nei confronti dell’A.D. Calò e dei sindaci Spagnolli e Januth. In primo e secondo grado la Corte dei Conti condannò i tre a risarcire 200.000 €, imputandone 140.000 all’Amministratore e 30.000 ciascuno dei due sindaci. Nel ricorso alla Corte di Cassazione si riconosciuto per l’Amministratore il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti nei confronti del Calò, ma non per quanto concerne i sindaci.

Alla nostra richiesta di commentare il risultato della vicenda, Calò sostiene con soddisfazione che “se già era stata riconosciuta la mia totale correttezza rispetto al merito, ora anche rispetto alla richiesta risarcitoria mi è stata data ragione. Quindi è con sollievo che registro la fine di una vicenda che mi ha procurato anche un sensibile danno d’immagine, nonché professionale.”