Max Maglione: una vita “sul pezzo”

Partiamo dal caffè. Max Maglione, comunicatore di professione ne beve parecchi. Essere attivi è fondamentale nel suo lavoro. Ordino due caffè (anche chi scrive ne ha fortemente bisogno) e cercando lo zucchero inizio far due chiacchiere con Max. “Viviamo anni particolari, dove la comunicazione è più importante del contenuto veicolato. Tutto è pubblicità, marketing, immagine. Dalla reclamizzazione di prodotti alla politica. Chi opera nel settore infatti lavora in parallelo, anzi, durante le campagne elettorali non ha un minuto di libertà”, attacca cosi Max Maglione nello descrivermi la sua professione.  A Bolzano è Max Maglione ad essersi ritagliato una fetta di notorietà in questo settore. Max infatti, organizzò lo scorso anno la campagna del poi sindaco di Laives Bianchi, un colpaccio per chi come lui s’ occupa di comunicazione. Il candidato seguito da Maglione infatti non partiva con i favori del pronostico. “Il merito ovviamente “, sottolinea Max, “è sempre di chi ci mette la faccia, Bianchi ha gestito benissimo la sua campagna e giocato al meglio le proprie carte, lo abbiamo visto anche con l’aeroporto, a comunicare le proprie idee è bravissimo di suo”. Sorge però spontanea una domanda, lo spin doctor dove le mette le proprie idee politiche? “Nel cassetto”, mi risponde Maglione, “la nostra professionalità di comunicatori passa anche da qui, si firma un contratto, se non si è convinti o palesemente schierati politicamente il lavoro è meglio non prenderlo affatto, si rischia di non essere credibili. La strategia politica è una materia neutra e tale va trattata”. Ci sono poi vari livelli di collaborazione, il più soft e classico consiste nella creazione dei famosi “santini”, qualche video e slogan. Si passa poi a livelli più strategici, mettendo a disposizione un giornalista per i comunicati stampa, un grafico che sappia il fatto suo, un social manager che gestisca i profili del candidato, magari un portavoce, a volte perfino un sondaggista. La spesa varia appunto da che tipo di staff si voglia avere. In Italia questo genere d’approccio è molto trasversale, spin doctor (e relativo staff) lo ha perfino il presidente del consiglio. Sono stati gli americani a lanciare la “moda”, da Kennedy in poi i comunicatori americani (spesso giornalisti) ebbero sempre più importanza durante le campagne presidenziali e non solo. Perfino la Nasa s’affida a pool di comunicatori per veicolare al meglio le proprie attività. A Bolzano la strategia di Max s’avvicina molto al prodotto americano, l’idea del team in una località piccola come la nostra può far la differenza. Un candidato fortemente mediatico in contesti numerici non enormi può avere successo se azzecca una serie di post al momento giusto sui social, se “ci prende” con qualche sparata, basta l’opinione mutata di cento persone per scardinare certi equilibri considerati granitici o stabili. Max Maglione infatti mi confida che sono molti i candidati (nell’ultima campagna comunale) che si sono rivolti a lui, da quelli più in auge ai semplici “riempi lista”, oltre al solito volantinaggio le richieste più frequenti hanno riguardato la gestione social, l’approccio con la stampa, il contatto mediatico e la scrittura di comunicati stampa. Nel 2016 quindi, “senza di te Max, non si può tentar l’avventura politica?”, chiedo, “assolutamente sì, ci sono politici che fan da soli, ma sono sempre meno. La società di oggi, multimediale, liquida, richiede attenzione ventiquattro ore al giorno”. Siamo nell’era digitale, una notizia, una frase, una dichiarazione, dopo pochi minuti è già vecchia, masticata, lavorare nel settore comunicazione è vivere continuamente sul filo del rasoio, motivo per cui chiedo a Maglione “Max ma quante ore al giorno lavori?”, “Ventisette!” mi risponde. Finisco il caffè e scrivo il pezzo.