Immaginate l’Inghilterra stretta nella morsa della Seconda guerra mondiale, le dichiarazioni al popolo inglese di Winston Churchill alla radio, le notti scandite dalle sirene, la tensione che serpeggia tra le strade di Londra come nebbia densa e gelida.
In mezzo a quel caos, in una tenuta riservata della campagna inglese, un uomo alto, dallo sguardo assorto e le dita perennemente macchiate di inchiostro, scrive formule matematiche su lavagne che sembrano incantesimi.
Il suo nome è Alan Turing, un grande matematico, logico, crittografo, informatico e filosofo britannico che ha cambiato il destino del mondo.
Turing non era un uomo comune. Parlava più volentieri con le macchine che con le persone, e spesso camminava solo perso nei suoi pensieri.
A Bletchley Park, dove i servizi segreti inglesi avevano radunato i più brillanti cervelli del Regno Unito, gli era stata affidata una missione impossibile: decifrare Enigma, la macchina diabolica con cui i nazisti criptavano ogni loro messaggio.
Ogni giorno Enigma cambiava configurazione, sfidando chiunque a tenerle testa. Chiunque… tranne Turing.
In quella villa immersa nel verde, mentre fuori esplodevano bombe e si combattevano battaglie, Turing costruiva silenziosamente un’altra guerra, fatta di logica e intuizione.
Inventò una macchina chiamata “La Bomba” capace di decifrare milioni di combinazioni in pochi minuti. Ogni click metallico era un passo verso la verità.
Il giorno in cui la macchina di Turing riuscì finalmente a leggere il cuore segreto dei messaggi nazisti l’umanità ebbe un respiro più lungo. Gli storici dicono che salvò milioni di vite.
La vera portata del contributo di Alan Turing alla vittoria degli Alleati nella Seconda guerra mondiale è rimasta nascosta per decenni.
Dopo l’ultima guerra mondiale tutto ciò che riguardava Bletchley Park e la decifrazione di Enigma fu coperto dal segreto militare e solo negli anni ‘70, con la declassificazione di alcuni documenti, cominciò a emergere il ruolo cruciale di Turing nella storia.
Ma è stato solo molto più tardi, tra la fine degli anni ‘90 e gli anni 2000, che la sua figura ha iniziato a ricevere il riconoscimento pubblico che meritava. Infatti, nel 2009, il Primo Ministro britannico Gordon Brown ha rilasciato le sue scuse ufficiali per il trattamento riservato a Turing dopo la guerra, condannato alla castrazione chimica per omosessualità.
Nel 2013 Elisabetta II gli concederà un indulto postumo.
Oggi, la sua figura è tornata alla ribalta grazie al ritrovamento di suoi scritti conservati in un vecchio baule posto in una soffitta londinese. Da questi testi si evince si evince la visione profetica di Turing circa la “macchina universale”.
E non è finita qui perché in Italia un modello delle macchine Enigma è apparsa in un’asta di Roma, con i suoi rotori consumati dal tempo, ancora intrisi di mistero.
Sembra proprio che il tempo voglia restituirci, anche se con un debito ritardo, una verità rimasta per troppo tempo nascosta.