I bombardamenti sulla Striscia di Gaza sembrano quasi un ricordo e il conflitto in Ucraina è uscito dai riflettori. Cambia la sceneggiatura, ma non il regista. La strategia della tensione prosegue con l’ennesima emergenza: la guerra tra Israele e Iran. Del numero di morti -prevalentemente civili, tra cui migliaia di donne e bambini- si è perso definitivamente il conto. In compenso sui social e in tv sono riapparsi i ‘tuttologi’: opinionisti, analisti e strateghi che fino a ieri raccontavano la ‘qualunque’ su virus e vaccini, oggi si riciclano come esperti improvvisati di storia e di strategie militari. Chi invece ha seguito gli eventi degli ultimi anni con occhio critico è molto lontano dal clima da stadio che si crea -puntualmente- all’insorgere della crisi di turno. Ne abbiamo parlato con il professor Luca Marini: avvocato, docente di diritto internazionale all’Università di Roma ‘La Sapienza’, già vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) e presidente dell’European Centre for Science, Ethics and Law (ECSEL).
Sembra che dal Covid in poi l’umanità sia entrata nell’’era delle emergenze’: ora è il momento dell’attacco israeliano all’Iran. Per i cosiddetti ‘complottisti’ il peggio deve ancora arrivare. E secondo Lei?
“Per occultare la verità non c’è niente di meglio che gridare al complotto ridicolizzando, marginalizzando e criminalizzando quanti riflettono criticamente su fenomeni e dinamiche controverse. È una strategia che ha avuto inizio prima del Covid – l’affaire Xylella ne è la prova più evidente – ma che, con la truffa pandemica, si è radicalizzato. La ricetta è semplicissima e funziona sempre: manipolare le evidenze per propagandare il terrore allo scopo di soggiogare le persone. Si chiama totalitarismo biopolitico globale”.
Il nuovo conflitto Israele-Iran infiamma ulteriormente il Medio Oriente, mentre sembra destinata all’insuccesso ogni soluzione finalizzata a comporre la questione palestinese.
“Mi sembra che la soluzione più concreta la stiano mettendo in pratica da un pezzo gli Israeliani: sterminare i Palestinesi. È fuor di dubbio che Israele continuerà nella sua politica finché i Palestinesi, semplicemente, si estingueranno. Del resto, si tratta della soluzione praticata da tutti i regimi totalitari: dal genocidio degli Armeni, perpetrato più di cento anni fa dall’Impero ottomano, a quello dei Saharawi, dei Curdi, dei Tibetani, nulla è cambiato”.
Pensa che l’attacco all’Iran sia un modo per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale dal conflitto con Hamas e dal genocidio palestinese?
“Questa può essere una prima, parziale chiave di lettura. Ma la verità è un’altra e ha a che fare con quell’era delle emergenze che Lei ha citato in apertura”.
Ci spieghi meglio.
“Se è vero, come è vero, che il totalitarismo biopolitico sdoganato dal Covid è lo strumento che le élites finanziarie internazionali utilizzano per soggiogare l’umanità, è altrettanto vero che le élites in parola sono da sempre organiche alle lobby ebraiche. In questa prospettiva non ci si può stupire dell’escalation militare attuata da Israele, perché si tratta di una nuova tappa della strategia della tensione globale, concepita per alimentare la biopolitica del controllo. Sia chiaro: nulla contro gli Ebrei. Io sto parlando di politica e di relazioni internazionali, non di religione”.
Certo, è difficile digerire le Sue affermazioni…
“Se vuole una conferma indiretta pensi al fatto che, con il suo attacco, Israele ha fornito all’Iran la scusa perfetta per recedere dal Trattato di non proliferazione nucleare, per svincolarsi definitivamente dai controlli internazionali e per sviluppare un potenziale atomico che, in futuro, potrebbe utilizzare per difendere la propria sovranità. Lei pensa che Israele non avesse previsto tutto ciò? Ripeto: nulla contro gli Ebrei, ma è un dato di fatto che Israele si muove conformemente alla strategia della tensione globale concepita e voluta dalle élites sopra citate”.
Tornando al conflitto Israele-Striscia di Gaza: a chi ha seguito attentamente gli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi tempi non sarà sfuggito che, in piena campagna referendaria in Italia, una certa classe politica – sostenuta a spada tratta da numerosi media – ha capovolto completamente il paradigma. Cantanti e influencer non perdono occasione, oggi, di sventolare bandiere palestinesi.
“Avrà notato che, sui media mainstream, ogni notizia relativa ai lutti palestinesi è immediatamente preceduta, seguita o accompagnata da una analoga notizia relativa alle perdite israeliane. È il dazio che i media asserviti alle élites di cui sopra hanno deciso di pagare per assicurarsi il consenso della componente numericamente più consistente del mondo cosiddetto demo-progressista e cioè i giovani, che guarda caso sono filopalestinesi. Il capovolgimento di paradigma da Lei citato è, comunque, di pura facciata: le lobby ebraiche controllano ogni mezzo di comunicazione, a partire dal cinema hollywoodiano, e, se si presta attenzione alle notizie, si nota che l’approccio apparentemente bipartisan in realtà è sempre un po’ sbilanciato a favore dello stakeholder, cioè Israele”.
In effetti, nonostante le aperture citate, ancora oggi chi parla di genocidio palestinese viene presto messo a tacere con l’accusa di antisemitismo. Mutatis mutandis, è quanto avvenuto con il conflitto in Ucraina, dove i media nostrani puntarono immediatamente il dito nei confronti della Russia, mediante la formula di “un aggressore e un aggredito”. Nel caso della ‘guerra preventiva’ di Israele nei confronti dell’Iran ricorrono invece a definizioni diverse…
“Non potrebbe essere diversamente. Chi tocca gli Ebrei muore, anzitutto sul piano mediatico. Del resto, viviamo nel mondo degli slogan sotto cui seppellire ogni residua velleità di autonomia intellettuale e culturale e la patente di negazionista, sovranista o fascista se la guadagna equanimemente sia chi dice quanto ho appena detto, sia chi osa mettere in dubbio la santità dell’Unione europea o la bontà del cosiddetto vaccino anti-Covid”.
Lei crede che il conflitto Israele-Iran possa sfociare in una Terza guerra mondiale?
“No, perché non converrebbe alle élites di cui sopra”.
Non è chiaro se gli Stati Uniti interverranno direttamente nel conflitto. Come si comporterà, invece, l’Europa?
“Non ci sarà alcun intervento statunitense e l’Europa continuerà a comportarsi come ha fatto finora. Stiamo parlando di satelliti delle lobby ebraiche, opportunamente impegnati a dare sfoggio di equilibrio, prudenza e diplomazia. Puri sepolcri imbiancati”.